Catone in Utica, libretto, Stoccarda, Cotta, 1754

 SCENA VII
 
 EMILIA e FULVIO
 
 EMILIA
 Quanto da te diverso
 io ti riveggio o Fulvio! E chi ti rese
 di Cesare seguace, a me nemico?
 FULVIO
 Allor ch'io servo a Roma
165non son nemico a te.
 EMILIA
                                        Mal vanno insieme
 di Cesare l'amico
 e l'amante d'Emilia; o lui difendi
 o vendica il mio sposo; a questo prezzo
 ti permetto che m'ami.
 FULVIO
                                             Un tuo comando
170prova ne faccia.
 EMILIA
                                Io voglio
 Cesare estinto. Or posso
 di te fidarmi?
 FULVIO
                             Ogni altra man sarebbe
 men fida della mia. Ma dimmi intanto
 potrò spiegarti almeno
175tutti gli affetti miei?
 EMILIA
                                        Non è ancor tempo
 che tu parli d'amore e ch'io t'ascolti.
 Parti, adempi il disegno e allor più lieta
 forse t'ascolterò.
 FULVIO
                                 Sì, vado e intanto
 calma lo sdegno e ancor rasciuga il pianto. (Parte)