Catone in Utica, libretto, Stoccarda, Cotta, 1754

 SCENA III
 
 MARZIA, ARBACE e FULVIO
 
 FULVIO
 A tanto eccesso arriva
395l'orgoglio di Catone?
 MARZIA
                                        Ah Fulvio, e ancora
 non conosci il suo zelo? Ei crede...
 FULVIO
                                                               Ei creda
 pur ciò che vuol, conoscerà fra poco
 se di romano il nome
 degnamente conservo
400e se a Cesare sono amico o servo. (Parte)
 ARBACE
 Marzia, posso una volta
 sperar da te pietade? Io ben geloso
 eseguisco e nascondo un tuo comando
 ma tu...
 MARZIA
                  E fino a quando
405la noia ho da soffrir di questi tuoi
 rimproveri importuni? Io ti disciolgo
 d'ogni promessa, in libertà ti pongo
 di far quanto a te piace,
 di' ciò che vuoi, purché mi lasci in pace.
 ARBACE
410E acconsenti ch'io possa
 libero favellar?
 MARZIA
                               Tutto acconsento,
 purché le tue querele
 più non abbia a soffrir.
 ARBACE
                                             Marzia crudele!
 MARZIA
 Chi a tollerar ti sforza
415questa mia crudeltà? Di me ti scorda,
 ti vendica così.
 ARBACE
                              Giusto saria.
 Ma chi tutto può far quel che desia?
 
    So che pietà non hai
 e pur ti deggio amar.
420Dove apprendesti mai
 l'arte d'innamorar
 quando m'offendi?
 
    Se compatir non sai,
 se amor non vive in te,
425perché crudel, perché
 così m'accendi? (Parte)