Catone in Utica, libretto, Stoccarda, Cotta, 1754

 SCENA VIII
 
 FULVIO
 
 FULVIO
515Oh dei! Tutta sé stessa
 a me confida Emilia ed io l'inganno!
 Ah perdona mio bene
 questa frode innocente. Al tuo nemico
 io troppo deggio; è in te virtù lo sdegno,
520sarebbe colpa in me. Per mia sventura,
 se appago il tuo desio,
 l'amicizia tradisco e l'onor mio.
 
    Nascesti alle pene
 mio povero core.
525Amar ti conviene
 chi tutta rigore
 per farti contento
 ti vuole infedel.
 
    Di' pur che la sorte
530è troppo severa.
 Ma soffri, ma spera,
 ma fino alla morte
 in ogni tormento
 ti serba fedel. (Parte)