Ciro riconosciuto, libretto, Ferrara, Barbieri, 1744

935guardami una sol volta e poi mi svena.
 ARBACE
 Placati alfine.
 CATONE
                            Or senti.
 Se vuoi che l’ombra mia vada placata
 al suo fatal soggiorno, eterna fede
 giura ad Arbace e giura
940all’oppressore indegno
 della patria e del mondo eterno sdegno.
 MARZIA
 (Morir mi sento).
 CATONE
                                   E pensi ancor? Conosco
 l’animo averso. Ah da costei lontano
 volo a morir.
 MARZIA
                           No, genitore, ascolta. (S’alza)
945Tutto farò. Vuoi che ad Arbace io serbi
 eterna fé? La serberò. Nemica
 di Cesare mi vuoi? Dell’odio mio
 contro lui t’assicuro.
 CATONE
 Giuralo.
 MARZIA
                   (Oh dio!). Su questa man lo giuro. (Prende la mano di Catone e la bacia)
 ARBACE
950Mi fa pietade.
 CATONE
                             Or vieni
 fra queste braccia e prendi
 gli ultimi amplessi miei, figlia infelice.
 Son padre alfine e nel momento estremo
 cede ai moti del sangue
955la mia fortezza. Ah non credea lasciarti
 in Africa così.
 MARZIA
                            Questo è dolore. (Piange)
 CATONE
 Non seduca quel pianto il mio valore.
 
    Per darvi alcun pegno
 d’affetto il mio core
960vi lascia uno sdegno,
 vi lascia un amore;
 ma degno di voi,
 ma degno di me.
 
    Io vissi da forte,
965più viver non lice.
 Almen sia la sorte
 ai figli felice
 se al padre non è. (Parte)
 
 MARZIA
 Seguiamo i passi suoi.
 ARBACE
                                            Non s’abbandoni
970al suo crudel desio. (Parte)
 MARZIA
 Deh serbatemi, o numi, il padre mio. (Parte)
 
 SCENA XIII
 
 CESARE sopra carro trionfale tirato da cavalli, preceduto dall’esercito vittorioso, da’ Numidi, istromenti bellici e popolo
 
 CORO
 
    Già ti cede il mondo intero
 o felice vincitor.
 
    Non v’è regno, non v’è impero
975che resista al tuo valor. (Terminato il coro Cesare scende dal carro)
 
 CESARE e FULVIO
 
 CESARE
 Il vincer o compagni
 non è tutto valor. D’ogni nemico
 risparmiate la vita e con più cura
 conservate in Catone
980l’esempio degli eroi
 a me, alla patria, all’universo, a voi.
 FULVIO
 Cesare non temerne, è già sicura
 la salvezza di lui. Corse il tuo cenno
 per le schiere fedeli.
 
 SCENA ULTIMA
 
 MARZIA, EMILIA e detti
 
 MARZIA
985Lasciatemi o crudeli. (Verso la scena)
 Voglio del padre mio
 l’estremo fato accompagnare anch’io.
 FULVIO
 Che fu?
 CESARE
                  Che ascolto!
 MARZIA
                                          Ah quale oggetto! Ingrato! (A Cesare)
 Va’, se di sangue hai sete, estinto mira
990l’infelice Catone. Eccelsi frutti
 del tuo valor son questi. Il più dell’opra
 ti resta ancor. Via quell’acciaro impugna
 e in faccia a queste squadre
 la disperata figlia unisci al padre. (Piange)
 CESARE
995Ma come!... Per qual mano!...
 Si trovi l’uccisor.
 EMILIA
                                  Lo cerchi invano.
 MARZIA
 Volontario morì. Catone oppresso
 rimase, è ver, ma da Catone istesso.
 CESARE
 Emilia, io giuro ai numi...
 EMILIA
                                                  I numi avranno
1000cura di vendicarci, assai lontano
 forse il colpo non è. Per pace altrui
 l’affretti il cielo e quella man che meno