Ciro riconosciuto, libretto, Ferrara, Barbieri, 1744

 SCENA VIII
 
 ASTIAGE e CAMBISE in disparte
 
 ASTIAGE
 E pur dagl'inquieti
 miei seguaci timori
 parmi di respirar. Non so s'io deggia
 alla speme del colpo o alla stanchezza
295delle vegliate notti
 quel soave languor che per le vene
 dolcemente mi serpe. Ah forse a questo
 umil tetto lo deggio in cui non sanno
 entrar le abitatrici
300d'ogni soglio real cure infelici.
 
    Sciolto dal suo timor
 par che non senta il cor
 l'usato affanno.
 
    Languidi gli occhi miei... (S’addormenta)
 
 CAMBISE
305Che veggo amici dei! Dorme il tiranno. (Esce)
 Barbaro re. Con tante furie in petto
 come puoi riposar! Vindici numi
 quel sonno è un'opra vostra. Il sangue indegno
 da me volete; io v'ubbidisco. Ah mori... (Snudando la spada)
 ASTIAGE
310Perfido! (Sognando)
 CAMBISE
                    Oimè! Si desta. (Trattenendosi)
 ASTIAGE
                                                   Aita. (Come sopra)
 CAMBISE
                                                               Ei vide
 l'acciaro balenar. (Vuol nascondersi)
 ASTIAGE
                                   Ciro m'uccide. (Sognando)
 CAMBISE
 Ciro! Parlò sognando. Eh cada ormai...