Ciro riconosciuto, libretto, Ferrara, Barbieri, 1744

 FULVIO
 Signor, questo non parmi
 tempo opportuno a favellar di pace.
 Chiede l’affar più solitaria parte
 e mente più serena.
 CATONE
                                       Al mio soggiorno
315dunque in breve io vi attendo. E tu frattanto
 pensa, Emilia, che tutto
 lasciar l’affanno in libertà non dei,
 giacché ti fe’ la sorte
 figlia a Scipione ed a Pompeo consorte.
 
320   Si sgomenti alle sue pene
 il pensier di donna imbelle
 che vil sangue ha nelle vene,
 che non vanta un nobil cor.
 
    Se lo sdegno delle stelle
325tollerar meglio non sai,
 arrossir troppo farai
 e lo sposo e il genitor. (Parte)
 
 SCENA VI
 
 CESARE, EMILIA e FULVIO
 
 CESARE
 Tu taci, Emilia? In quel silenzio io spero
 un principio di calma.
 EMILIA
330T’inganni. Allorch’io taccio,
 medito le vendette.
 FULVIO
                                      E non ti plachi
 d’un vincitor sì generoso a fronte?
 EMILIA
 Io placarmi! Anzi sempre in faccia a lui,
 se fosse ancor di mille squadre cinto,
335dirò che l’odio e che lo voglio estinto.
 CESARE
 
    Nell’ardire che il seno ti accende
 così bello lo sdegno si rende
 che in un punto mi desti nel petto
 meraviglia, rispetto e pietà.
 
340   Tu m’insegni con quanta costanza
 si contrasti alla sorte inumana,
 e che sono ad un’alma romana
 nomi ignoti timore e viltà. (Parte)
 
 SCENA VII
 
 EMILIA e FULVIO
 
 EMILIA
 Quanto da te diverso
345io ti riveggo, o Fulvio! E chi ti rese
 di Cesare seguace, a me nemico?
 FULVIO
 Allorch’io servo a Roma,
 non son nemico a te. Troppo ho nell’alma
 de’ pregi tuoi la bella immago impressa.
350E s’io men di rispetto
 avessi al tuo dolor, direi che ancora
 Emilia m’innamora,
 che adesso ardo per lei qual arsi pria
 che la sventura mia
355a Pompeo la donasse; e le direi
 ch’è bella anche nel duolo agli occhi miei.
 EMILIA
 Mal si accordano insieme
 di Cesare l’amico
 e l’amante d’Emilia; o lui difendi
360o vendica il mio sposo; a questo prezzo
 ti permetto che m’ami.
 FULVIO
                                             (Ah che mi chiede!
 Si lusinghi).
 EMILIA
                          Che pensi?
 FULVIO
 Penso che non dovresti
 dubitar di mia fé.
 EMILIA
                                    Dunque sarai
365ministro del mio sdegno?
 FULVIO
                                                 Un tuo comando
 prova ne faccia.
 EMILIA
                                Io voglio
 Cesare estinto. Or posso
 di te fidarmi?
 FULVIO
                             Ogni altra man sarebbe
 men fida della mia.
 EMILIA
                                       Questo per ora
370da te mi basta. Inosservati altrove
 i mezzi a vendicarmi
 sceglier potremo.