Ciro riconosciuto, libretto, Ferrara, Barbieri, 1744

 ARBACE
                    Mia sposa è questa.
 CATONE
                                                          Ah prence! Ah ingrata!
 Amare un mio nemico!
1235Vantarlo in faccia mia! Stelle spietate,
 a quale affanno i giorni miei serbate!
 
    Dovea svenarti allora (A Marzia)
 che apristi al dì le ciglia.
 Dite, vedeste ancora (Ad Emilia e ad Arbace)
1240un padre ed una figlia
 perfida al par di lei,
 misero al par di me?
 
    L’ira soffrir saprei
 d’ogni destin tiranno;
1245a questo solo affanno
 costante il cor non è. (Parte)
 
 SCENA XIV
 
 MARZIA, EMILIA e ARBACE
 
 MARZIA
 Sarete paghi alfin. Volesti al padre (Ad Arbace)
 vedermi in odio? Eccomi in odio. Avesti (Ad Emilia)
 desio di guerra? Eccoci in guerra. Or dite,
1250che bramate di più?
 ARBACE
                                        M’accusi a torto.
 Tu mi togliesti, il sai,
 la legge di tacere.