Ciro riconosciuto, libretto, Mantova, Pazzoni, 1758

 SCENA XII
 
 ARPALICE e detti
 
 MANDANE
 Arpalice, ed è vero...
 ARPALICE
                                        Ah dunque udisti
445Mandane il caso atroce.
 MANDANE
                                             Or l'ascoltai.
 CIRO
 (Numi! Alla madre mia finor parlai!)
 ARPALICE
 Io non ho, principessa,
 fibra nel sen che non mi tremi al solo
 pensier del tuo dolore.
 MANDANE
                                            E donde mai
450così presto il sapesti?
 ARPALICE
                                          Ah le sventure
 van su l'ali de' venti. Ammiro anch'io
 come in tempo sì corto
 sia già noto ad ognun che Ciro è morto.
 MANDANE
 Ciro?
 CIRO
              (Il rival forse svenai!)
 MANDANE
                                                        Che dici? (Ad Arpalice)
 ARPALICE
455Che se per man d'Alceo
 perder dovevi il figlio, era assai meglio
 non averlo trovato.
 MANDANE
 Come! Ciro è l'ucciso? Ah scellerato.
 ARPALICE
 (Nol sapea; m'ingannai).
 CIRO
460(Dicasi... Ah no, che di tacer giurai).
 MANDANE
 Perfido, e vieni... oh stelle!
 a chiedermi difese! In questa guisa
 d'una madre infelice
 si deride il dolor?
 CIRO
                                   Non seppi...
 MANDANE
                                                           Ah taci,
465taci fellon; tutto sapesti, è tutto
 menzogna il tuo racconto. O figlio, o cara
 parte del sangue mio. Dunque di nuovo
 misera t'ho perduto? E quando! E come!
 Oh perdita! O tormento!
 CIRO
470(Resister non si può. Morir mi sento).
 MANDANE
 Arpalice, che dici!
 Era presago il mio timor? Ma tanto
 no, non temei. Perdere un figlio è pena
 ma che un vil... ma che un empio... Ah traditore
475con queste mani io voglio
 aprirti il sen, svellerti il core.
 CIRO
                                                       Oh dio
 tu ti distruggi in pianto;
 svellimi il cor ma non t'affligger tanto.
 MANDANE
 Ch'io non m'affligga? E l'uccisor del figlio
480così parla alla madre?
 CIRO
                                           Eh tu non sei...
 Son io... Quello non fu... (Che pena oh dei!)
 MANDANE
 Ministri, al re traete
 quel carnefice reo. Poca vendetta
 è il sangue tuo ma pur lo voglio.
 ARPALICE
                                                            Affrena
485gli sdegni tuoi. Necessitato e senza
 saperlo egli t'offese. Imita, imita
 la clemenza de' numi.
 MANDANE
                                           I numi sono
 per me tiranni. In cielo
 non v'è pietà, non v'è giustizia...
 ARPALICE
                                                             Ah taci
490il dolor ti seduce. Almen gli dei
 non irritiam.
 MANDANE
                           Ridotta a questo segno
 non temo il loro sdegno,
 non bramo il loro aiuto;
 il mio figlio perdei, tutto ho perduto.
 
495   Che furia, che mostro!
 Che barbaro core!
 Ti sento dal lido
 del torbido Lete,
 mio figlio tradito
500vendetta gridar;
 sì furia crudele
 punirti ti saprò.
 
    Anch'io negli elisi
 discender io voglio;
505ma col giusto orgoglio
 d'averti svenato;
 e tinta del sangue
 d'un core spietato
 al dolce mio figlio
510 più cara sarò. (Parte)