La clemenza di Tito, libretto, Stoccarda, Cotta, 1753

 SCENA IV
 
 SESTO solo
 
 SESTO
 Numi assistenza. A poco a poco io perdo
 l'arbitrio di me stesso. Altro non odo
 che il mio funesto amor. Vitellia ha in fronte
75un astro che governa il mio destino.
 La superba lo sa; ne abusa; ed io
 né pure oso lagnarmi. Oh sovrumano
 poter della beltà. Voi che dal cielo
 tal dono aveste, ah non prendete esempio
80dalla tiranna mia. Regnate, è giusto;
 ma non così severo,
 ma non sia così duro il vostro impero.
 
    Opprimete i contumaci,
 son gli sdegni allor permessi;
85ma infierir contro gli oppressi!
 Quest'è un barbaro piacer.
 
    Non v'è trace in mezzo a' Traci
 sì crudel che non risparmi
 quel meschin che getta l'armi,
90che si rende prigionier. (Parte)