La clemenza di Tito, libretto, Stoccarda, Cotta, 1753

 SCENA PRIMA
 
 Camera chiusa con porte, sedia e tavolino con sopra da scrivere.
 
 TITO e PUBLIO
 
 PUBLIO
 Già de' pubblici giuochi
 signor l'ora trascorre. Il dì solenne
765sai che non soffre il trascurargli.
 TITO
                                                             Andremo
 Publio fra poco. Io non avrei riposo
 se di Sesto il destino
 pria non sapessi. Ancora del Senato
 non torna alcun! Che mai sarà! Va', chiedi
770che si fa, che s'attende? Io tutto voglio
 saper pria di partir.
 PUBLIO
                                       Vado. Ma temo
 di non tornar nunzio felice.
 TITO
                                                    E puoi
 creder Sesto infedele! Io dal mio core
 il suo misuro; e un impossibil parmi
775ch'egli m'abbia tradito.
 PUBLIO
 Ma signor non han tutti il cor di Tito.
 
    Tardi s'avvede
 d'un tradimento
 chi mai di fede
780mancar non sa.
 
    Un cor verace,
 pieno d'onore
 non è portento
 se ogn'altro core
785crede incapace
 d'infedeltà. (Parte)