La clemenza di Tito, libretto, Stoccarda, Cotta, 1753

 il cor sui labbri; anche un tumulto interno,
 che Alceo mi cagionò, gli accrebbe fede;
855e poi quel che si vuol presto si crede.
 CAMBISE
 Oh dei! Ridurci a tal miseria e poi
 deriderci di più!
 MANDANE
                                  Trarre una madre
 fino ad offrire amplessi
 d’un figlio all’omicida! Ah sposo! Il mio
860non è dolor; smania divenne, insana
 avidità di sangue.
 CAMBISE
                                    Io stesso, io voglio
 sodisfarti, o Mandane. Addio. (Partendo)
 MANDANE
                                                         Ma dove?
 CAMBISE
 A ritrovare Alceo,
 a trafiggergli il cor, sia pur nascosto
865in grembo a Giove. (Partendo)
 MANDANE
                                       Odi; se lui non giungi
 in solitaria parte, avrà l’indegno
 troppe difese. Ove s’avvalla il bosco
 fra que’ monti colà, di Trivia il fonte
 scorre ombroso e romito;
870atto all’insidie è il sito; ivi l’attendi.
 Passerà; quel sentiero
 porta alla sua capanna; e in uso ogn’arte
 io porrò perch’ei venga.
 CAMBISE
                                              Intesi. (Partendo)
 MANDANE
                                                             Ascolta.
 Ravvisarlo saprai?
 CAMBISE
                                     Sì; l’ho presente;
875parmi vederlo.
 MANDANE
                              Ah sposo,
 non averne pietà; passagli il core;
 rinfacciagli il delitto;
 fa’ che senta il morir...
 CAMBISE
                                            Non più, Mandane;
 il mio furor m’avanza;
880non inspirarmi il tuo; fremo abbastanza.
 
    Men bramosa di stragi funeste
 va scorrendo l’armene foreste
 fiera tigre che i figli perdé.
 
    Ardo d’ira, di rabbia deliro,
885smanio, fremo; non odo, non miro
 che le furie che porto con me. (Parte)
 
 SCENA X
 
 MANDANE e poi CIRO
 
 MANDANE
 Se tornasse il fellone... Eccolo... Oh come
 tremo in vederlo! Una mentita calma
 mi rassereni il ciglio.
 CIRO
890Madre mia, cara madre, ecco il tuo figlio.
 MANDANE
 (Che traditor!)
 CIRO
                               Pur Mitridate alfine
 consente che al tuo sen...
 MANDANE
                                               Ferma. (Chi mai
 sì reo lo crederia?)
 CIRO
                                     Numi, quel volto
 come trovo cambiato! Intendo; è questa
895una vendetta. Il mio tacer t’offese;
 mi punisci così. Perdono, o madre,
 bella madre perdon.
 MANDANE
                                        Taci.
 CIRO
                                                    Ch’io taccia?
 MANDANE
 (Con quel nome di madre il cor mi straccia).
 CIRO
 Basta basta, non più; del fallo ormai
900è maggiore il castigo.
 MANDANE
                                         Odi; (un istante
 tollerate, ire mie). Madre non vive
 più tenera di me. Questo ritegno
 è timor, non è sdegno. Alcun travidi
 fra quelle piante ascoso. Il loco è pieno
905tutto d’insidie. (Anima rea!) Bisogna
 in più secreta parte
 sciorre il freno agli affetti ed esser certi
 che il re nulla traspiri. Oh quali arcani,
 oh quai disegni apprenderai! Palese
910vedrai tutto il mio cor.
 CIRO
                                            Vengo, son pronto,
 guidami dove vuoi.
 MANDANE
                                      (Già corre all’esca
 l’ingannator). Meco venir sarebbe
 di sospetti cagion; tu mi precedi,
 ti seguirò fra poco.
 CIRO
915Ma dove andrem?
 MANDANE
                                    Scegli tu stesso il loco.
 CIRO
 Nella capanna mia?
 MANDANE
                                       Sì... Ma potrebbe
 sopraggiungere alcun.
 CIRO
                                           Di Pale all’antro?
 MANDANE
 Mai non seppi ove sia.
 CIRO
                                            Di Trivia al fonte?
 MANDANE
 Di Trivia... È forse quello
920che bagna il vicin bosco ove è più folto?
 CIRO
 Sì.
 MANDANE
         Va’; m’è noto. (Ah traditor sei colto).
 CIRO
 Deh non tardar.
 MANDANE
                                Parti una volta. (Con ira)
 CIRO
                                                              Oh dio!
 Perché quel fiero sguardo?
 MANDANE
                                                   Io fingo, il sai;
 temo che alcun n’osservi.
 CIRO
                                                È ver; ma come