La clemenza di Tito, libretto, Torino, Stamperia Reale, 1757

 Dimmi, Arpalice, è quello (Ad Arpalice a parte)
 il nostro re?
 ARPALICE
                         Sì.
 CIRO
                                 Pur mi desta in petto
600senso di tenerezza e di rispetto. (Da sé)
 ASTIAGE
 (Parlar seco è imprudenza
 partasi). (S’incammina e poi si ferma)
 ARPAGO
                    (Lode al cielo).
 ASTIAGE
                                                 Arpago, e pure (Ad Arpago a parte)
 in quel sembiante un non so che ritrovo
 che non distinguo e non mi giunge nuovo.
 ARPAGO
605(Oimè!)
 CIRO
                   Pria che mi lasci (Appressandosi al re)
 eccelso re...
 ARPAGO
                        Taci pastor. Commessa
 è a me la sorte tua. Parlando aggravi
 il suo dolor.
 CIRO
                         Più non favello. (Ritirandosi)
 ARPAGO
                                                       E ancora
 signor non vai? Qual meraviglia è questa!
610Perché cambi color? Che mai t’arresta?
 ASTIAGE
 
    Non so; con dolce moto
 il cor mi trema in petto;
 sento un affetto ignoto
 che intenerir mi fa.
 
615   Come si chiama, oh dio!
 questo soave affetto?
 (Ah! Se non fosse mio
 lo crederei pietà). (Parte)
 
 SCENA VI
 
 CIRO, ARPAGO ed ARPALICE
 
 ARPAGO
 (Partì; respiro). Arpalice col reo
620lasciami solo.
 ARPALICE
                            Ah genitor, tu m’ami;
 sai che Alceo mi difese; e reo lo chiami?
 ARPAGO
 Sparse il sangue real.
 ARPALICE
                                          Senza saperlo,
 assalito...
 ARPAGO
                    Non più. Va’.
 ARPALICE
                                              Se nol salvi
 l’umanitade offendi;
625ah della figlia il difensor difendi! (Parte)
 
 SCENA VII
 
 ARPAGO e CIRO
 
 ARPAGO
 Quel pastor sia disciolto (Alle guardie)
 e parta ognun.
 CIRO
                              (Quanto la figlia è grata
 è cauto il genitor). (Le guardie partono)
 ARPAGO
                                     Posso una volta
 parlarti in libertà. Permetti ormai
630che umile a’ piedi tuoi... (Inginocchiandosi)
 CIRO
                                                Sorgi; che fai?
 ARPAGO
 Il primo bacio imprimo
 su la destra reale. Onor dovuto
 purtroppo alla mia fé. Ciro perdona,
 se di pianto mi vedi umido ’l ciglio;
635questo bacio, signor, mi costa un figlio.
 CIRO