La clemenza di Tito, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1771

 Oh che dolce esser grato, ove s’accordi
 il debito e l’amore,
1245la ragione e il desio, la mente e il core.
 ARPALICE
 Dunque...
 MITRIDATE
                      Ah Ciro t’affretta.
 CIRO
                                                        Andiam. Mia vita,
 mia sposa, addio.
 ARPALICE
                                   Deh non ti cambi il regno.
 CIRO
 Ecco la destra mia; prendila in pegno.
 
    Luci vezzose amabili
1250che mi feriste il cor;
 labbra vermiglie e tenere
 che m’inspiraste amor,
 nell’adorarvi ognor
 fido sarò così;
1255e qual nel primo dì
 voi mi piagaste il sen
 da voi sperar convien
 la pace al mio dolor;
 cara, t’adoro e sei
1260la mia speranza ancor. (Parte)
 
 SCENA XIII
 
 ARPALICE sola
 
 ARPALICE
 Io son fuor di me stessa. A un vil pastore
 cieca d’amor mi scopro amante; e sposa
 mi ritrovo d’un re! Gl’istessi affetti
 insuperbir mi fanno, onde poc’anzi
1265arrossirmi dovea! Certo quest’alma
 era presaga; e travedea nel volto
 del finto Alceo... Che traveder? Che giova
 cercar pretesti all’imprudenza? Ad altri
 favelliamo così; ma più sinceri
1270ragioniamo fra noi. Diciam più tosto
 che d’amor non s’intende
 chi prudenza ed amore unir pretende.
 
    Trovar chi aspira
 in uman cor
1275prudenza e amore
 di’ che delira.
 Quest’è un ardore,
 quest’è un martire
 che, chi lo prova,
1280nol può celar.
 
    Non è prudente
 chi vive amante
 d’un bel sembiante
 o non sa amar. (Parte)
 
 SCENA ULTIMA
 
 Aspetto esteriore di magnifico tempio, dedicato a Diana, posto su d’un picciolo colle.
 
 ASTIAGE solo con spada alla mano, poi CAMBISE, indi ARPAGO, ciascuno con seguito, alfin tutti l’un dopo l’altro
 
 ASTIAGE
1285Ah rubelli, ah spergiuri! Ov’è la fede
 dovuta al vostro re? Nessun m’ascolta?
 M’abbandona ciascun? No, non saranno
 tutti altrove sì rei. (Vuol partire)
 CAMBISE
                                     Ferma tiranno. (Arrestandolo)
 ASTIAGE
 Ah traditor! (In atto di difesa)
 CAMBISE
                          Voi custodite il passo. (Al suo seguito)
1290E tu ragion mi rendi. (Ad Astiage)
 ASTIAGE
 Arpago, ah vieni, il tuo signor difendi.
 ARPAGO
 Circondatelo amici. Alfin pur sei (Dall’altro lato con seguaci)
 empio ne’ lacci miei.
 ASTIAGE
                                         Tu ancora!
 ARPAGO
                                                               Io solo,
 barbaro, io sol t’uccido; a questo passo
1295sappilo io ti riduco.
 ASTIAGE
                                      E tanta fede?
 E tanto zelo?
 ARPAGO
                           A chi svenasti un figlio
 non dovevi fidarti. I torti obblia
 l’offensor, non l’offeso.
 ASTIAGE
                                            Ah indegno!
 ARPAGO
                                                                     È questa
 la pena tua.
 CAMBISE
                         La mia vendetta è questa.
 ARPAGO