La clemenza di Tito, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1771

 SCENA PRIMA
 
 Camera chiusa con porte. Sedia e tavolino con sopra da scrivere.
 
 TITO e PUBLIO
 
 PUBLIO
 Già de' pubblici giuochi,
 signor, l'ora trascorre. Il dì solenne
 sai che non soffre il trascurargli.
 TITO
                                                             Andremo,
745Publio, fra poco. Io non avrei riposo,
 se di Sesto il destino
 pria non sapessi. Ancora del Senato
 non torna alcun! Che mai sarà? Va', chiedi
 che si fa, che s'attende. Io tutto voglio
750saper, pria di partir.
 PUBLIO
                                        Vado. Ma temo
 di non tornar nuncio felice.
 TITO
                                                    E puoi
 creder Sesto infedel? Io dal mio core
 il suo misuro; e un impossibil parmi
 ch'egli m'abbia tradito.
 PUBLIO
755Ma, signor, non han tutti il cor di Tito.
 
    Tardi s'avvede
 d'un tradimento
 chi mai di fede
 mancar non sa.
 
760   Un cor verace,
 pieno d'onore,
 non è portento
 se ogn'altro core
 crede incapace
765d'infedeltà. (Parte)