La clemenza di Tito, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1771

 SCENA VI
 
 TITO, PUBLIO, SESTO e custodi. Sesto entrato appena si ferma
 
 SESTO
845(Numi! È quello ch'io miro (Guardando Tito)
 di Tito il volto! Oh dio! Come divenne
 terribile per me!)
 TITO
                                    (Stelle! Ed è questo
 il sembiante di Sesto? Il suo delitto
 come lo trasformò! Porta sul volto
850la vergogna, il rimorso e lo spavento).
 PUBLIO
 (Mille affetti diversi ecco a cimento).
 TITO
 Avvicinati. (A Sesto con maestà)
 SESTO
                        (Oh voce
 che mi piomba sul cor!)
 TITO
                                              Non odi? (Come sopra)
 SESTO
                                                                 (Oh dio! (S’avanza due passi)
 Mi trema il piè; sento bagnarmi il volto
855di gelido sudore;
 l'angoscia del morir non è maggiore).
 TITO
 (E pur mi fa pietà). Publio, custodi,
 lasciatemi con lui.   (Parte Publio e le guardie)
 SESTO
                                       (No; di quel volto
 non ho costanza a sostener l'impero).
 TITO
860Ah Sesto, è dunque vero? (Tito rimasto solo con Sesto depone l’aria maestosa)
 Dunque vuoi la mia morte? E in che t'offese
 il tuo prence, il tuo padre,
 il tuo benefattor? Se Tito augusto
 hai potuto obbliar, di Tito amico
865come non ti sovvenne? Il premio è questo
 della tenera cura
 ch'ebbe sempre di te? Di chi fidarmi
 in avvenir potrò, se giunse, oh dei!
 anche Sesto a tradirmi! E lo potesti!
870E il cor te lo sofferse!
 SESTO
                                         Ah Tito, ah mio (Prorompe in un dirottissimo pianto e se gli getta a’ piedi)
 clementissimo prence,
 non più, non più; se tu veder potessi
 questo misero cor, spergiuro, ingrato
 pur ti farei pietà. Toglimi presto
875questa vita infedel; lascia ch'io versi,
 se pietoso esser vuoi,
 questo perfido sangue a' piedi tuoi.
 TITO
 Sorgi infelice. (Si leva) (Il contenersi è pena
 a quel tenero pianto). Or vedi a quale
880lagrimevole stato
 un delitto riduce, una sfrenata
 avidità d'impero! E che sperasti
 di trovar mai nel trono? Il sommo forse
 d'ogni contento? Ah sconsigliato! Osserva
885quai frutti io ne raccolgo;
 e bramalo, se puoi.
 SESTO
                                      No, questa brama
 non fu che mi sedusse.
 TITO
 Dunque che fu?
 SESTO
                                La debbolezza mia,
 la mia fatalità.
 TITO
                              Più chiaro almeno
890spiegati.
 SESTO
                   Oh dio! Non posso.
 TITO
                                                        Odimi, o Sesto;
 siam soli; il tuo sovrano
 non è presente. Apri il tuo core a Tito.
 Confidati all'amico. Io ti prometto
 che Augusto nol saprà. Del tuo delitto
895di' la prima cagion; cerchiamo insieme
 una via di scusarti. Io ne sarei
 forse di te più lieto.
 SESTO
                                       (Ecco una nuova
 specie di pena! O dispiacere a Tito,
 o Vitellia accusar!)
 TITO
                                     Dubbiti ancora? (Tito comincia a turbarsi)
900Ma, Sesto, mi ferisci
 nel più vivo del cor. Vedi che troppo
 tu l'amicizia oltraggi
 con questo diffidar. Pensaci. Appaga
 il mio giusto desio.
 SESTO
905(Ma qual astro splendeva al nascer mio!)
 TITO
 E taci? E non rispondi? Ah già che puoi
 tanto abusar di mia pietà...
 SESTO
                                                    Signore...
 Sappi dunque... (Che fo?)
 TITO
                                                  Siegui. (Con impazienza)
 SESTO
                                                                  (Ma quando
 finirò di penar?)
 TITO
                                  Parla una volta;
910che mi volevi dir?
 SESTO
                                    Ch'io son l'oggetto (Con impeto di disperazione)
 dell'ira degli dei, che la mia sorte
 non ho più forza a tollerar, ch'io stesso
 traditor mi confesso, empio mi chiamo,
 ch'io merito la morte e ch'io la bramo. (Tito ripiglia l’aria di maestà)
 TITO
915Sconoscente! E l'avrai. Custodi, il reo
 toglietemi dinanzi. (Alle guardie che saranno uscite)
 SESTO
                                       Il bacio estremo
 su quella invitta man...
 TITO
                                             Parti. (Non lo concede)
 SESTO
                                                          Fia questo
 l'ultimo don. Per questo solo istante
 ricordati, signor, l'amor primiero.
 TITO
920Parti; non è più tempo. (Senza guardarlo)
 SESTO
                                              È vero, è vero.
 
    Vo disperato a morte;
 né perdo già costanza
 a vista del morir.
 
    Funesta la mia sorte
925la sola rimembranza
 ch'io ti potei tradir. (Parte con le guardie)