Demetrio, libretto, Madrid, Mojados, 1751

230non val per me l’impero.
 Annio non lo temer, non sarà vero.
 
    Amo te solo,
 te solo amai,
 tu fosti il primo,
235tu pur sarai
 l’ultimo ogetto
 che adorerò.
 
    Quando è innocente
 divien sì forte
240che con noi vive
 fino alla morte
 quel primo affetto
 che si provò. (Parte)
 
 SCENA VIII
 
 Giardino nel soggiorno imperiale sul colle Palatino.
 
 TITO e PUBLIO con un foglio
 
 TITO
 Che mi rechi in quel foglio?
 PUBLIO
                                                     I nomi ei chiude
245de’ rei che osar con temerari accenti
 de’ cesari già spenti
 la memoria oltraggiar.
 TITO
                                            Barbara inchiesta!
 PUBLIO
 Almen...
 
 SCENA IX
 
 SERVILIA e detti
 
 SERVILIA
                   Di Tito al piè...
 TITO
                                                Servilia! Augusta!
 SERVILIA
 Ah signor, sì gran nome
250non darmi ancora. Odimi prima. Io deggio
 palesarti un arcan.
 TITO
                                     Publio ti scosta
 ma non partir. (Publio si scosta)
 SERVILIA
                               Che del cesareo alloro
 me, fra tante più degne,
 generoso monarca inviti a parte,
255è dono tal che desteria tumulto
 nel più stupido core. Io ne comprendo
 tutto il valor. Voglio esser grata e credo