Demetrio, libretto, Madrid, Mojados, 1751

 PUBLIO
                                 E dirò?
 VITELLIA
                                                 Che a me ritorni,
 che non tardi un momento.
 PUBLIO
375Vado. (Oh come confonde un gran contento!) (Parte)
 
 SCENA XIII
 
 VITELLIA
 
 VITELLIA
 Che angustia è questa! Ah caro Tito! Io fui
 teco ingiusta il confesso. Ah se fra tanto
 Sesto il cenno eseguisse, il caso mio
 sarebbe il più crudel... No, non si faccia
380sì funesto presagio. E se mai Tito
 si tornasse a pentir? Perché pentirsi?
 Perché l’ho da temer? Quanti pensieri
 mi si affollano in mente! Afflitta e lieta
 godo, torno a temer, gielo, m’accendo,
385me stessa in questo stato io non comprendo.
 
    Quando sarà quel dì