Demetrio, libretto, Mannheim, Pierron, 1753

 IL DEMETRIO
 
    Dramma per musica da rappresentarsi alla corte elettorale palatina il giorno del nome del serenissimo elettore per comando della serenissima elettrice, anno MDCCLIII.
    Mannheim, dalla stamperia elettorale presso Niccolò Pierron.
 
 
 ARGOMENTO
 
    Demetrio Sotere re di Siria scacciato dal proprio regno dall’usurpatore Alessandro Bala morì esule fra i Cretensi che solo gli rimasero amici nell’avversa fortuna. Prima però della sua fuga consegnò bambino il picciolo Demetrio suo figlio a Fenicio, il più fedele fra i suoi vassalli, perché lo conservasse all’opportunità della vendetta. Crebbe ignoto a sé stesso il principe reale sotto il finto nome di Alceste un tempo fra le selve, dove la prudenza di Fenicio il nascose alle ricerche del suddetto Alessandro, e poi in Seleucia appresso all’istesso Fenicio che fece destramente comparire generosità di genio il debito della sua fede. Divenne in breve il creduto Alceste l’ammirazione del regno, talché fu sollevato a gradi considerabili nella milizia dal suo nemico Alessandro ed ardentemente amato da Cleonice figlia del medesimo, principessa degna di padre più generoso. Quando parve tempo all’attentissimo Fenicio, cominciò a tentar l’animo de’ vassalli, facendo destramente spargere nel popolo che il giovane Demetrio viveva sconosciuto. A questa fama, che dilatossi in un momento, i Cretensi si dichiararono difensori del legitimo principe. Ed Alessandro per estinguer l’incendio prima che fosse maggiore, tentò debellarli ma fu da loro vinto ed ucciso. In questa pugna ritrovossi Alceste per necessità del suo grado militare, né per qualche tempo si ebbe in Seleucia più notizia di lui. Onde la morte di Alessandro tanto desiderata da Fenicio avvenne in tempo inopportuno ai suoi disegni, sì perché Alceste non era in Seleucia, come perché conobbe in tale occasione che l’ambizione dei grandi, de’ quali ciascuno aspirava alla corona, avrebbe fatto passare per impostore il legitimo erede. Perciò sospirandone il ritorno e sollecitando occultamente il soccorso de’ Cretensi, sospese la pubblicazione del suo segreto. Intanto si convenne fra i pretensori che la principessa Cleonice da loro riconosciuta per regina, eleggesse fra loro uno sposo. Questa differì lungamente la scelta sotto vari pretesti per attender la venuta di Alceste, il quale opportunamente ritorna, quando l’afflitta regina era sul punto di eleggere. Quindi per vari accidenti scoperto in Alceste il vero Demetrio, ricupera la corona paterna.
    La scena è in Seleucia.
    La poesia è del signor abbate Metastasio.
 
 
 PERSONAGGI
 
 CLEONICE, regina di Siria, amante corrisposta di
 (la signora Rosa Bleckmann, virtuosa di camera di sua altezza serenissima elettorale)
 ALCESTE che poi si scopre Demetrio re di Siria
 (il signor Lorenzo Tonarelli, virtuoso di camera di sua altezza serenissima elettorale)
 FENICIO, grande del regno, tutore di Alceste e padre di
 (il signor Pietro Sarselli, virtuoso di camera di sua altezza serenissima elettorale)
 OLINTO, grande del regno e rivale di Alceste
 (il signor Giovanni Battista Coraucci, virtuoso di camera di sua altezza serenissima elettorale)
 BARSENE, confidente di Cleonice e amante occulta di Alceste
 (la signora Dorotea Wendling, virtuosa di camera di sua altezza serenissima elettorale)
 MITRANE, capitano delle guardie reali e amico di Fenicio
 (il signor Giuseppe Giardini, virtuoso di camera di sua altezza serenissima elettorale).
 
    La musica è del celebre signor Niccolò Iommelli, maestro di cappella e direttore della musica di sua altezza serenissima il signor duca di Würtemberg. I balli sono composti dal signor Poitevin, maestro de’ balletti di sua altezza serenissima elettorale.