Demetrio, libretto, Mannheim, Pierron, 1753

 SCENA XIV
 
 BARSENE
 
 BARSENE
 Infelice cor mio qual altro attendi
 disinganno maggiore? Indarno aspiri
 ad espugnar la fedeltà di Alceste.
 Ma pur chi sa! La tolleranza, il tempo
595forse lo vincerà. Vince de' sassi
 il nativo rigor picciola stilla
 collo spesso cader. Rovere annosa
 cede ai colpi frequenti
 d'assidua scure. E se m'inganno? Oh dio
600temo che l'idol mio
 nel conservarsi al primo amor costante
 sia più fermo de' sassi e delle piante.
 
    Vorrei dai lacci sciogliere
 quest'alma prigioniera.
605Tu non mi fai risolvere
 speranza lusinghiera.
 Fosti la prima a nascere
 sei l'ultima a morir.
 
    No, dell'altrui tormento
610no che non sei ristoro.
 Ma servi di alimento
 al credulo desir.
 
 Fine dell’atto primo