Demofoonte, libretto, Parigi, Quillau, 1755

 nacque il mio primo amore
585e l’amor mio costante
 ha da morir con me.
 
    Ogni beltà più rara
 benché mi sia pietosa
 per me non è vezzosa,
590vaga per me non è. (Parte)
 
 SCENA XIV
 
 BARSENE
 
 BARSENE
 Infelice cor mio qual altro attendi
 disinganno maggiore? Indarno aspiri
 ad espugnar la fedeltà di Alceste.
 Ma pur chi sa! La tolleranza, il tempo
595forse lo vincerà. Vince de’ sassi
 il nativo rigor picciola stilla
 collo spesso cader. Rovere annosa
 cede ai colpi frequenti
 d’assidua scure. E se m’inganno? Oh dio
600temo che l’idol mio
 nel conservarsi al primo amor costante
 sia più fermo de’ sassi e delle piante.
 
    Vorrei dai lacci sciogliere
 quest’alma prigioniera.
605Tu non mi fai risolvere
 speranza lusinghiera.
 Fosti la prima a nascere
 sei l’ultima a morir.
 
    No, dell’altrui tormento
610no che non sei ristoro.
 Ma servi di alimento
 al credulo desir.
 
 Fine dell’atto primo
 
 
 ATTO SECONDO
 
 SCENA PRIMA
 
 Galleria.
 
 ALCESTE ed OLINTO
 
 ALCESTE
 E tu per qual ragione
 mi contendi l’ingresso? Al regio piede
615necessario è ch’io vada. (In atto di partire)
 OLINTO
                                              Andar non lice.
 La regina lo vieta, Olinto il dice.
 ALCESTE
 Attenderò fintanto
 che sia permesso il presentarmi a lei.
 OLINTO
 Son pure i detti miei
620chiari abbastanza. A Cleonice innanzi
 più non dei comparir. Ti vieta il passo
 alla real dimora
 né mai più vuol mirarti. Intendi ancora?
 ALCESTE