Demofoonte, libretto, Parigi, Quillau, 1755

825e dall’infausta cuna
 la mia crudel fortuna
 venne finor con me.
 
    Perdo la mia costanza;
 m’indebolisce amore;
830e poi del mio rossore
 nemmeno ho la mercé. (Parte)
 
 SCENA VIII
 
 FENICIO, OLINTO e BARSENE
 
 OLINTO
 Signor, di Cleonice
 non vidi mai più stravagante ingegno.
 Odia in un punto ed ama,
835or Alceste dimanda, or lo ricusa
 e delle sue follie poi gli altri accusa.
 FENICIO
 Così la tua sovrana
 temerario rispetti? Impara almeno
 a tacere una volta. (Anch’io dispero
840di poterlo emendar).
 BARSENE
                                         Matura il senno
 al crescer dell’etade. Olinto ancora
 degli anni è su l’april.
 FENICIO
                                          Barsene anch’io
 scorsi l’april degli anni. E folto e biondo
 fu questo crin ch’ora è canuto e raro.
845E allora, o età felice!
 non con tanto disprezzo
 al consiglio dei saggi
 la stolta gioventù porgea l’orecchia.
 Declina il mondo e peggiorando invecchia.
 BARSENE
850E’ ver ma Olinto al fin...
 FENICIO
                                              Tacer dovrebbe
 e rammentarsi...
 OLINTO
                                  Ah padre,
 e come vuoi ch’io taccia?
 Se invece di giovarmi...
 FENICIO
 
    Taci, più non parlarmi,
855abbassa altero il ciglio.
 Eh no, non è mio figlio
 chi più virtù non ha.
 
    Or sì degli anni il peso
 sol per tua colpa io sento.
860Or sì la tua rammento
 soverchia libertà. (Parte)
 
 SCENA IX
 
 OLINTO e BARSENE
 
 OLINTO
 Per appagar la strana
 senile austerità dovremmo noi
 cominciar dalle fasce a far da eroi.
865Barsene altri pensieri
 chiede la nostra età. Dimmi se Olinto
 vive più nel tuo core.
 BARSENE
                                         Eh che tu vuoi
 deridermi, o signor. Le mie cangiasti
 con più belle catene.
870Alla regina sua cede Barsene.
 
    So che per gioco
 mi chiedi amore.
 Ma poche lagrime,
 poco dolore
875costa la perdita
 d’un infedel.
 
    A un altro oggetto,
 che tu non sai,
 anch’io l’affetto
880finor serbai
 e in sì bel foco
 vivrò fedel. (Parte)
 
 SCENA X
 
 OLINTO
 
 OLINTO
 Di Barsene i disprezzi,
 l’ire di Cleonice,
885la fortuna di Alceste ed i severi
 rimproveri paterni avrian d’ogni altro
 sgomentato l’ardir. Ma non per questo
 Olinto si sgomenta. Ai grandi acquisti