Demofoonte, libretto, Stoccarda, Cotta, 1764

120più agitata di me? (Si getta a sedere)
 BARSENE
                                      Qual arte è questa
 di tormentar te stessa, ove non sono
 figurando sventure?
 CLEONICE
                                        È figurato
 forse il dover che mi costringe a farmi
 serva fino alla morte a chi non amo?
125A chi forse chiedendo
 con finto amor della mia destra il dono
 si duol che compra a caro prezzo il trono?
 BARSENE
 È ver. Ma il sacro nodo,
 i reciprochi pegni
130del talamo fecondo, il tempo e l’uso
 di due sposi discordi
 il genio avverso a poco a poco in seno
 cangia in amore o in amicizia almeno.
 CLEONICE
 E se tornando Alceste
135mi ritrovasse ad altro sposo in braccio,
 che sarebbe di lui?
 Che sarebbe di me? Tremo in pensarlo.
 Qual pentimento avrei
 dell’incostanza mia! Qual egli avrebbe
140intollerabil pena
 di trovarmi infedele!
 Le sue giuste querele,
 le smanie sue, le gelosie, gli affanni,
 ogni pensier sepolto,
145tutto il suo cor gli leggerei nel volto.
 BARSENE
 Come sperar ch’ei torni? Omai trascorsa
 è un’intera stagion, da che trafitto
 fra le cretensi squadre
 cadde il tuo genitor. Sai che al suo fianco
150sempre Alceste pugnò né più novella
 di lui s’intese. O di catene è cinto
 o sommerso è fra l’onde o in guerra estinto.
 CLEONICE
 No. Mel predice il core; Alceste vive,
 Alceste tornerà.
 BARSENE
                                Quando ritorni,
155più infelice sarai. Se a lui ti doni,
 di cento oltraggi il merto; e se l’escludi,
 presente al duro caso
 uccidi Alceste. Onde il di lui ritorno
 t’esporrebbe al cimento
160d’esser crudele ad uno o ingiusta a cento.
 CLEONICE
 Ritorni e a lui vicina
 qualche via troverò...
 
 SCENA III
 
 MITRANE e detti
 
 MITRANE
                                         Che fai regina?
 Il periglio s’avanza. A poco a poco
 la lunga tolleranza
165degenera in tumulto. Unico scampo
 è la presenza tua.
 CLEONICE
                                   Questo, Barsene,
 è il ritorno d’Alceste?... Andar conviene. (S’alza da sedere)
 BARSENE
 E scegliesti?
 CLEONICE
                          Non scelsi.
 BARSENE
 Ma che farai?
 CLEONICE
                            Non so.
 BARSENE
                                            Dunque t’esponi
170irresoluta a sì gran passo?
 CLEONICE
                                                  Io vado
 dove vuole il destin, dove la dura
 necessità mi porta
 così senza consiglio e senza scorta.
 
    Fra tanti pensieri
175di regno e d’amore,
 lo stanco mio core
 se tema, se speri
 non giunge a veder.
 
    Le cure del soglio,
180gli affetti rammento;
 risolvo, mi pento
 e quel che non voglio
 ritorno a voler. (Parte)