Demofoonte, libretto, Stoccarda, Cotta, 1764

                                        Già ti sovviene
 che ’l barbaro Alessandro
 di Cleonice genitor dal trono
 scacciò Demetrio il nostro re.
 MITRANE
                                                       Saranno
210omai sei lustri e n’ho presente il caso.
 FENICIO
 Sai che Demetrio oppresso
 morì nel duro esiglio e inteso avrai
 che pargoletto in fasce
 seco il figlio morì.
 MITRANE
                                    Rammento ancora
215che Demetrio ebbe nome.
 FENICIO
                                                  Or sappi, amico,
 che vive il real germe
 ed a te non ignoto.
 MITRANE
                                     Il ver mi narri
 o pur fole son queste?
 FENICIO
 Anche più ti dirò. Vive in Alceste.
 MITRANE
220Numi, che ascolto!
 FENICIO
                                     In queste braccia il padre
 lo depose fuggendo. Ei mi prescrisse
 di nominarlo Alceste. Al sen mi strinse;
 e dividendo i baci
 tra il figlio e me, s’intenerì, mi disse:
225«Conserva il caro pegno
 al genitore, alla vendetta, al regno».
 MITRANE
 Or la ragion comprendo
 del tuo zelo per lui. Ma per qual fine
 celarlo tanto?
 FENICIO
                            Avventurar non volli
230una vita sì cara. Io sparsi ad arte
 che Demetrio vivea;
 tacqui che fosse Alceste; e questa voce
 contro Alessandro a sollevar di Creta