Demofoonte, libretto, Stoccarda, Cotta, 1764

                                       Sceglier non dei.
 (S’avventuri l’arcano).
 CLEONICE
                                            A noi che porta
 frettoloso Mitrane? (Vedendo venir Mitrane)
 
 SCENA VIII
 
 MITRANE, poi ALCESTE dal porto e detti
 
 MITRANE
                                       In questo punto
 sopra picciolo legno Alceste è giunto.
 CLEONICE
 (Numi!)
 FENICIO
                   (Respiro).
 CLEONICE
                                        Ove si trova?
 MITRANE
                                                                  Ei viene. (Accennando verso il porto)
 CLEONICE
350Fenicio, Olinto. (Ah ch’io mi perdo!) Andate (S’alza dal trono e seco s’alzano tutti)
 l’amico ad abbracciar che s’avvicina.
 (Io quasi mi scordai d’esser regina). (Torna a sedere. Fenicio e Mitrane vanno ad incontrare Alceste, che in picciola barca si vede approdare, e l’abbracciano)
 OLINTO
 (Inopportuno arrivo!)
 CLEONICE
                                           (Ecco il mio bene. (Verso Alceste che s’avvicina)
 Tu palpiti, o cor mio,
355che riconosci, oh dio! le tue catene).
 ALCESTE
 Pur mi concede il fato
 il piacer sospirato
 di trovarmi a’ tuoi piedi, o mia regina.
 Pur il ciel mi concede
360che a te della mia fede
 recar sui labbri miei possa il tributo.
 Felice me, se ancora
 fra le cure del regno
 d’un regio sguardo il mio tributo è degno.
 CLEONICE
365E privata e sovrana
 l’istessa Cleonice in me ritrovi.
 Oh quanto, Alceste, oh quanto
 atteso giungi e sospirato e pianto!
 FENICIO
 (Torno a sperar).
 CLEONICE
                                  Ma qual disastro a noi
370sì gran tempo ti tolse?
 OLINTO
                                           (Oh sofferenza!)
 ALCESTE
 Sai che la mia partenza
 col re tuo genitor...
 OLINTO
                                     Sappiamo, Alceste,
 la pugna, le tempeste,
 di lui la morte e le vicende...
 CLEONICE
                                                      Il resto
375dunque giovi ascoltar. Siegui.
 OLINTO
                                                        (Che pena!)
 ALCESTE
 Al cader d’Alessandro in noi l’ardire
 tutto mancò. Già le nemiche squadre
 balzan sui nostri legni; orrido scempio
 si fa de’ vinti; in mille aspetti e mille
380erra intorno la morte. Altri sommerso,
 altri spira trafitto e si confonde
 la cagion del morir tra ’l ferro e l’onde.
 Io sfortunato avanzo
 di perdite sì grandi, odiando il giorno,
385su la scomposta prora
 d’infranta nave a mille strali esposto
 lungamente pugnai, finché versando
 da cento parti il sangue
 perdei l’uso de’ sensi e caddi esangue.
 CLEONICE
390(Mi fa pietà).
 ALCESTE
                            Quindi in balia dell’onde
 quanto errai non so dirti. Aprendo il ciglio,
 il lacero naviglio
 so che più non rividi. In rozzo letto
 sotto rustico tetto io mi trovai;
395ingombre le pareti
 eran di nasse e reti; e curvo e bianco
 pietoso pescator mi stava al fianco.
 CLEONICE
 Ma in qual terra giungesti?
 ALCESTE
                                                    In Creta; ed era
 cretense il pescator. Questi sul lido
400mi trovò semivivo; al proprio albergo
 pietoso mi portò; ristoro al seno,
 dittamo alle ferite
 sollecito apprestò; questi provvide
 dopo lungo soggiorno
405di quel picciolo legno il mio ritorno.
 FENICIO
 Oh strani eventi!
 OLINTO
                                  Alfine
 l’istoria terminò. Tempo sarebbe...
 CLEONICE
 T’intendo, Olinto; io sceglierò lo sposo.
 Ciascun sieda e m’ascolti. (Fenicio, Olinto e gli altri grandi siedono)
 ALCESTE
                                                  (Io ritornai
410opportuno alla scelta). (Alceste volendo sedere, è impedito da Olinto)
 OLINTO
                                            Olà, che fai?
 ALCESTE