Demofoonte, libretto, Stoccarda, Cotta, 1764

 e ’l nominarle Alceste anch’è delitto.
 ALCESTE
 Ma qual è la cagione?
 MITRANE
                                          A me la tace.
 ALCESTE
 Ah son tradito! Una calunnia infame
710mi fa reo nel suo core;
 ma tremi il traditore,
 qualunque sia. Non lungamente occulto
 al mio sdegno sarà. Su l’are istesse
 correrò disperato
715a trafiggergli il sen.
 OLINTO
                                      Queste minacce
 sono inutili, Alceste.
 ALCESTE
                                        Amici, oh dio!
 Perdonate i trasporti
 d’un’anima agitata. In questo stato
 son degno di pietà. Da voi la chiedo;
720voi parlate per me. Voi muova almeno
 veder ne’ mali suoi
 ridotto Alceste a confidarsi in voi.
 
    Non v’è più barbaro
 di chi non sente
725pietà d’un misero,
 d’un innocente
 vicino a perdere
 l’amato ben.
 
    Gli astri m’uccidano,
730se reo son io;
 ma non dividano
 dal seno mio
 colei ch’è l’anima
 di questo sen. (Parte)
 
 SCENA III
 
 OLINTO e MITRANE
 
 OLINTO
735La caduta di Alceste alfin, Mitrane,
 m’assicura lo scettro. Io con la speme