Demofoonte, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1775

1395della nostra virtude. E se non lice
 a noi vivere uniti
 felicemente infin all’ore estreme,
 vivranno almeno i nostri nomi insieme.
 CLEONICE
 Deh perché qui raccolta
1400tutta l’Asia non è? Che l’Asia tutta
 di quell’amor, che in Cleonice accusa,
 nel tuo parlar ritroveria la scusa.
 Io vacillai; ma tu mi rendi, o caro,
 la mia virtude; e nella tua favella
1405quell’istessa virtù mi par più bella.
 Parti ma prima ammira
 gli effetti in me di tua fortezza. Alceste,
 vedrai come io t’imito;
 seguimi nella reggia. Il nuovo sposo
1410da me saprai. Dell’imeneo reale
 ti voglio spettator.
 ALCESTE
                                    Troppa costanza
 brami da me.
 CLEONICE
                            Ci sosterremo insieme
 emulandoci a gara.
 ALCESTE
                                      Oh dio! Non sai
 il barbaro martir d’un vero amante
1415che di quel ben, che a lui sperar non lice,
 invidia in altri il possessor felice.
 CLEONICE
 
    Io so qual pena sia
 quella d’un cor geloso;
 ma penso al tuo riposo,
1420fidati pur di me.
 
    Allor che t’abbandono,
 conoscerai chi sono;
 e l’esserti infedele
 prova sarà di fé. (Parte)
 
 SCENA IV
 
 ALCESTE e poi OLINTO
 
 ALCESTE
1425Di Cleonice i detti
 mi confondon la mente. Ella desia
 ch’io la rimiri in braccio ad altro sposo;
 e poi dice che pensa al mio riposo.
 Questo è un voler ch’io mora
1430pria di partir. Ma s’ubbidisca. Io sono
 per lei pronto a soffrire ogni cordoglio;
 e ’l suo comando esaminar non voglio.
 OLINTO
 Sei pur solo una volta. Or non avrai
 chi differisca il tuo partir. Permetti
1435che in pegno d’amistà l’ultimo amplesso
 ti porga Olinto.
 ALCESTE
                               Un generoso eccesso