Demofoonte, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1775

 fra le selve ancor tramanda
 qualche raggio, qualche segno
 dell’oppressa maestà.
 
290   Come il fuoco in chiuso loco
 tutto mai non cela il lume,
 come stretto in picciol letto
 nobil fiume andar non sa. (Parte)
 
 SCENA VII
 
  Luogo magnifico con trono da un lato e sedili in faccia al suddetto trono per li grandi del regno. Vista in prospetto del gran porto di Seleucia con molo. Navi illuminate per solennizzare l’elezione del nuovo re.
 
 CLEONICE preceduta dai grandi del regno, seguita da FENICIO e da OLINTO; guardie e popolo
 
 CORO
 
    Ogni nume ed ogni diva
295sia presente al gran momento
 che palesa il nostro re.
 
 PRIMO CORO
 
    Scenda Marte, Amor discenda,
 senza spada e senza benda.
 
 SECONDO CORO
 
 Coll’ulivo e colla face
300Imeneo venga e la Pace.
 
 PRIMO CORO
 
 Venga Giove ed abbia a lato
 gli altri dei, la Sorte e ’l Fato.
 
 SECONDO CORO
 
 Ma non abbia in questa riva
 i suoi fulmini con sé.
 
 CORO
 
305   Ogni nume ed ogni diva
 sia presente al gran momento
 che palesa il nostro re. (Nel tempo che si canta il suddetto coro, Cleonice, servita da Fenicio, va in trono a sedere)
 
 OLINTO
 Dal tuo labbro, o regina, il suo monarca
 la Siria tutta impaziente attende.
310Risolvi. Ognuno il gran momento affretta
 con silenzio modesto.
 CLEONICE
 Sedete. (Oh dei, che gran momento è questo!) (Siedono Fenicio, Olinto e gli altri grandi)
 FENICIO
 (Che mai farò?)
 CLEONICE
                                 Voi m’innalzaste al trono;
 son grata al vostro amor; ma troppo è il peso
315che uniste al dono. E chi fra tanti uguali
 di merti e di natali
 incerto non saria? Ne’ miei pensieri
 dubbiosa, irresoluta, or questo, or quello
 ricuso, eleggo; e mille faccio e mille
320cangiamenti in un’ora.
 A sceglier vengo e sono incerta ancora.
 FENICIO
 E ben, prendi, o regina,
 maggior tempo a pensar.
 OLINTO
                                                Come!
 FENICIO
                                                               T’accheta.
 Teco tanto indiscreta (A Cleonice)
325non è la Siria; e ognun di noi conosce
 quanto è grande il cimento.
 OLINTO
                                                     È dunque poco
 il giro di tre lune? In questa guisa,
 Cleonice, potrai
 prometter sempre e non risolver mai.
 FENICIO
330Audace, e chi ti rese
 temerario a tal segno?
 OLINTO
                                           Il zelo, il giusto,
 il periglio di lei. Se ancor delusa
 oggi resta la Siria, io non so dirti
 dove giunger potrebbe
335l’intolleranza sua.
 FENICIO
                                   Potrebbe forse
 pentirsi dell’ardir. Chi siede in trono
 leggi non soffre. Il numero degli anni,
 se mi scema vigore,
 non mi toglie coraggio. Il sangue mio
340per la sua libertà
 tutto si verserà...
 CLEONICE
                                  Fenicio, oh dio!
 Non risvegliar, ti prego,
 nuove discordie. Il differir che giova?
 Sempre incerta sarei.
345Udite. Io sceglierò...
 FENICIO
                                       Sceglier non dei.
 (S’avventuri l’arcano).
 CLEONICE
                                            A noi che porta
 frettoloso Mitrane? (Vedendo venir Mitrane)
 
 SCENA VIII
 
 MITRANE, poi ALCESTE dal porto e detti
 
 MITRANE
                                       In questo punto
 sopra picciolo legno Alceste è giunto.
 CLEONICE
 (Numi!)
 FENICIO
                   (Respiro!)
 CLEONICE
                                         Ove si trova?
 MITRANE
                                                                   Ei viene. (Accennando verso il porto)
 CLEONICE
350Fenicio, Olinto, (ah ch’io mi perdo!) andate (S’alza dal trono e seco s’alzano tutti)
 l’amico ad abbracciar che s’avvicina.
 (Io quasi mi scordai d’esser regina). (Torna a sedere. Fenicio e Mitrane vanno ad incontrare Alceste, che in picciola barca si vede approdare, e l’abbracciano)
 OLINTO
 (Inopportuno arrivo!)
 CLEONICE
                                           (Ecco il mio bene. (Verso Alceste che s’avvicina)
 Tu palpiti, o cor mio,
355che riconosci, oh dio! le tue catene).
 ALCESTE
 Pur mi concede il fato
 il piacer sospirato
 di trovarmi a’ tuoi piedi, o mia regina.
 Pur il ciel mi concede
360che a te della mia fede
 recar sui labbri miei possa il tributo.
 Felice me, se ancora
 fra le cure del regno
 d’un regio sguardo il mio tributo è degno.
 CLEONICE
365E privata e sovrana
 l’istessa Cleonice in me ritrovi.
 Oh quanto, Alceste, oh quanto
 atteso giungi e sospirato e pianto!
 FENICIO
 (Torno a sperar).
 CLEONICE
                                  Ma qual disastro a noi
370sì gran tempo ti tolse?
 OLINTO
                                           (Oh sofferenza!)
 ALCESTE
 Sai che la mia partenza
 col re tuo genitor...
 OLINTO
                                     Sappiamo, Alceste,
 la pugna, le tempeste,
 di lui la morte e le vicende...
 CLEONICE
                                                      Il resto
375dunque giovi ascoltar. Siegui.
 OLINTO
                                                        (Che pena!)
 ALCESTE
 Al cader d’Alessandro in noi l’ardire
 tutto mancò. Già le nemiche squadre
 balzan sui nostri legni; orrido scempio
 si fa de’ vinti; in mille aspetti e mille
380erra intorno la morte. Altri sommerso,
 altri spira trafitto e si confonde
 la cagion del morir tra ’l ferro e l’onde.
 Io, sfortunato avanzo
 di perdite sì grandi, odiando il giorno,
385su la scomposta prora
 d’infranta nave a mille strali esposto,
 lungamente pugnai, finché, versando
 da cento parti il sangue,
 perdei l’uso de’ sensi e caddi esangue.
 CLEONICE
390(Mi fa pietà).