Demofoonte, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1775

 SCENA VI
 
 DIRCEA e poi CREUSA
 
 DIRCEA
700Fermati. Ah non m'ascolta. Eterni dei
 custoditelo voi. S'ei pur si perde,
 chi avrà cura del figlio? Ah principessa,
 ah Creusa pietà! Non puoi negarla;
 la chiede al tuo bel cuore
705nell'ultime miserie una che muore.
 CREUSA
 Chi sei? Che brami?
 DIRCEA
                                         Il caso mio già noto
 purtroppo ti sarà. Dircea son io,
 vado a morir; non ho delitto. Imploro
 pietà, ma non per me. Salva, proteggi
710il povero Timante. Egli si perde
 per desio di salvarmi. In te ritrovi,
 se i prieghi di chi muor vani non sono,
 disperato assistenza e reo perdono.
 CREUSA
 E tu a morir vicina
715come puoi pensar tanto al suo riposo?
 DIRCEA
 Oh dio! Più non cercar. Sarà tuo sposo.
 
    Se tutti i mali miei
 io ti potessi dir,
 divider ti farei
720per tenerezza il cor.
 
    In questo amaro passo
 sì giusto è il mio martir,
 che se tu fossi un sasso
 ne piangeresti ancor. (Parte)