Demofoonte, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1775

 SCENA XI
 
 DEMOFOONTE con seguito e detti
 
 DEMOFOONTE
 Non t'ingannan, Timante, è vero, è vero.
 TIMANTE
1165Se mi tradiste adesso
 sarrebbe crudeltà.
 DEMOFOONTE
                                    Ti rassicura.
 No, mio figlio non sei. Tu con Dircea
 fosti cambiato in fasce. Ella è mia prole,
 tu di Matusio. Alla di lui consorte
1170la mia ti chiese in dono. Utile al regno
 il cambio allor credé. Ma quando poi
 nacque Cherinto, al proprio figlio il trono
 d'aver tolto s'avvide; e a me l'arcano
 non ardì palesar, che troppo amante
1175già di te mi conobbe. All'ore estreme
 ridotta alfin, tutto in due fogli il caso
 scritto lasciò. L'un diè all'amica; e quello
 Matusio ti mostrò; l'altro nascose;
 ed è questo che vedi. Or leggi in esso
1180di quanto ti narrai la serie accolta.
 TIMANTE
 Non deludermi, o sorte, un'altra volta. (Prende il foglio e legge tra sé)