Demofoonte, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1775

 SCENA ULTIMA
 
 CREUSA col suo seguito e detti
 
 CREUSA
 Signor, veraci sono
 le felici novelle, onde la reggia
 tutta si riempì?
 DEMOFOONTE
                                Sì principessa.
1185Ecco lo sposo tuo. L'erede, il figlio
 io ti promisi; ed in Cherinto io t'offro
 ed il figlio e l'erede.
 CHERINTO
                                       Il cambio forse
 spiace a Creusa.
 CREUSA
                                 A quel che il ciel destina
 invan farei riparo.
 CHERINTO
1190Ancora non vuoi dir ch'io ti son caro!
 CREUSA
 L'opra istessa il dirà.
 TIMANTE
                                         Dunque son io
 quell'innocente usurpator di cui
 l'oracolo parlò!
 DEMOFOONTE
                              Sì. Vedi come
 ogni nube sparì. Libero è il regno
1195dall'annuo sagrificio; al vero erede
 la corona ritorna; io le promesse
 mantengo al re di Frigia,
 senza usar crudeltà; Cherinto acquista
 la sua Creusa, ella uno scettro; abbracci
1200sicuro tu la tua Dircea; non resta
 una cagion di duolo;
 e scioglie tanti nodi un foglio solo.
 TIMANTE
 Oh caro foglio! Oh me felice! Oh numi!
 DIRCEA
 Che fortunato istante!
 CREUSA
1205Che teneri trasporti!
 TIMANTE
                                         A' piedi tuoi (S’inginocchia)
 eccomi un'altra volta
 mio giustissimo re. Scusa gli eccessi
 d'un disperato amor. Sarò, lo giuro,
 sarò miglior vassallo
1210che figlio non ti fui.
 DEMOFOONTE
                                       Sorgi; tu sei
 mio figlio ancor. Chiamami padre. Io voglio
 esserlo finché vivo. Era finora
 obbligo il nostro amor; ma quindi innanzi
 elezion sarà. Nodo più forte
1215fabbricato da noi, non della sorte.
 CORO
 
    Par maggiore ogni diletto,
 se in un'anima si spande
 quand'oppressa è dal timor.
 
    Qual piacer sarà perfetto,
1220se convien per esser grande
 che cominci dal dolor.
 
 Fine del dramma