Didone abbandonata, libretto, Roma, de’ Rossi, 1747

 SCENA XI
 
 IARBA, ARASPE, poi OSMIDA
 
 IARBA
345Non è più tempo Araspe
 di celarmi così. Troppa finora
 sofferenza mi costa.
 ARASPE
                                       E che farai?
 IARBA
 I miei guerrier, che nella selva ascosi
 quindi non lungi al mio venir lasciai,
350chiamerò nella regia,
 distruggerò Cartago e l'empio core
 all'indegno rival trarrò.
 OSMIDA
                                             Signore.
 Già di Nettuno al tempio
 la regina s'invia. Sugl'occhi tuoi
355al superbo troiano,
 se tardi a riparar porge la mano.
 IARBA
 Tanto ardir?
 OSMIDA
                          Non è tempo
 d'inutili querele.
 IARBA
                                  E qual consiglio?
 OSMIDA
 Il più pronto è il migliore. Io ti precedo;
360ardisci. Ad ogni impresa
 io sarò tuo sostegno e tua difesa. (Parte)