Didone abbandonata, libretto, Roma, de’ Rossi, 1747

 SCENA XIII
 
 ARASPE
 
 ARASPE
 Lo so, quel cor feroce
 straggi minaccia alla mia fede ancora;
375ma si serva al dovere e poi si mora.
 
    Infelice e sventurato
 potrà farmi ingiusto fato,
 ma infedele io non sarò.
 
    La mia fede e l'onor mio
380pur fra l'onde dell'oblio
 agli Elisi io porterò. (Parte)