Didone abbandonata, libretto, Roma, de’ Rossi, 1747

 SCENA XVI
 
 DIDONE con guardie e detti
 
 OSMIDA
 Siam traditi o regina.
 Se più tarda d'Arbace era l'aita,
405il valoroso Enea
 sotto colpo inumano oggi cadea.
 DIDONE
 Il traditor qual è? Dove dimora?
 OSMIDA
 Miralo, nella destra ha il ferro ancora.
 DIDONE
 Chi ti destò nel seno
410sì barbaro desio? (Ad Araspe)
 ARASPE
 Del mio signor la gloria e il dover mio.
 OSMIDA
 Come! L'istesso Arbace
 disapprova...
 ARASPE
                           Lo so ch'ei mi condanna,
 il suo sdegno pavento
415ma il mio non fu delitto e non mi pento.
 DIDONE
 E né meno hai rossore
 del sagrilego eccesso?
 ARASPE
 Tornerei mille volte a far l'istesso.
 DIDONE
 Ti preverrò. Ministri
420custodite costui. (Parte Araspe con guardie)
 ENEA
 Generoso nemico,
 in te tanta virtude io non credea.
 Lascia che a questo sen... (Va per abbracciar Iarba)
 IARBA
                                                 Scostati Enea.
 Sappi che il viver tuo d'Araspe è dono,
425che il tuo sangue vogl'io, che Iarba io sono.
 DIDONE
 Tu Iarba!
 ENEA
                     Il re de' Mori!
 DIDONE
 Un re sensi sì rei
 non chiude in seno, un mentitor tu sei.
 Si disarmi. (Alle guardie)
 IARBA
                         Nessuno (Snuda la spada)
430avvicinarsi ardisca o ch'io lo sveno.
 OSMIDA
 (Cedi per poco almeno
 finch'io genti raccolga, a me ti fida). (A Iarba)
 IARBA
 E così vil sarò?
 ENEA
                              Fermate amici,
 a me tocca punirlo.
 DIDONE
                                      Il tuo valore
435serba ad uopo miglior; che più s'aspetta!
 O si renda, o svenato a' piè mi cada.
 OSMIDA
 (Serbati alla vendetta). (A Iarba)
 IARBA
                                              Ecco la spada. (Getta la spada)
 
    Tu mi disarmi il fianco.
 Tu mi vorresti oppresso.
440Ma sono ancor l'istesso,
 ma non son vinto ancor.
 
    Soffro per or lo scorno.
 Ma forse questo è il giorno
 che domerò quell'alma,
445che punirò quel cor. (Parte)
 
 DIDONE
 Frenar l'alma orgogliosa
 tua cura sia. (Ad Osmida)
 OSMIDA
                           Su la mia fé riposa. (Parte con le guardie)