Didone abbandonata, libretto, Roma, de’ Rossi, 1747

 SCENA VIII
 
 SELENE
 
 SELENE
 Chi udì, chi vidde mai
 del mio più strano amor, sorte più ria?
 Taccio la fiamma mia
 e vicina al mio bene
805so scoprirgli l'altrui, non le mie pene.
 
    Veggo la sponda,
 sospiro il lido;
 e pur dall'onda
 fuggir non so.
 
810   Se il mio dolore
 scoprir diffido,
 pietoso amore,
 che mai farò? (Parte)