Didone abbandonata, libretto, Roma, de’ Rossi, 1747

 SCENA XVI
 
 DIDONE e ARASPE
 
 ARASPE
 E tu qui resti ancor? Né ti spaventa
 l'incendio che s'avanza?
 DIDONE
1235Ho perso ogni speranza,
 non conosco timor. Ne' petti umani
 il timore e la speme
 nascono in compagnia, muoiono insieme.
 ARASPE
 Il tuo scampo desio. Vederti esposta
1240a tal rischio mi spiace.
 DIDONE
 Araspe per pietà lasciami in pace.
 ARASPE
 
    Già si desta la tempesta,
 hai nemici i venti e l'onde,
 io ti chiamo su le sponde
1245e tu resti in mezzo al mar.
 
    Ma se vinta alfin tu sei
 dal furor delle procelle,
 non lagnarti delle stelle,
 degli dei non ti lagnar. (Parte)