Didone abbandonata, libretto, Madrid, Mojados, 1752

 DEMOFOONTE
                                      E che ti disse?
 CREUSA
515Signor, basta così.
 DEMOFOONTE
                                    Creusa, intendo.
 Ruvido troppo alle parole, agli atti
 ti parve il prence. Ei freddamente forse
 t’accolse, ti parlò. Ma a te si serba
 la gloria d’erudirlo.
 CREUSA
520Al rossor d’un rifiuto una mia pari
 non s’espone però.
 DEMOFOONTE
                                     Rifiuto! E come
 lo potresti temer?
 CREUSA
                                    Chi sa?
 DEMOFOONTE
                                                    La mano,
 purché tu non la sdegni, in questo giorno
 il figlio a te darà. La mia ne impegno
525fede reale. E se l’audace ardisse
 di repugnar, da mille furie invaso
 saprei... Ma no. Troppo è lontano il caso.
 CREUSA
 (Sì sì, Timante all’imeneo s’astringa
 per poter rifiutarlo). E bene, accetto,
530signor, la tua promessa; or fia tua cura
 che poi...
 DEMOFOONTE
                    Basta così. Vivi sicura.
 CREUSA
 
    Tu sai chi son; tu sai
 quel ch’al mio onor conviene.
 Pensaci. E s’altro avviene,
535non ti lagnar di me.
 
    Tu re, tu padre sei
 ed obbliar non dei
 come comanda un padre,
 come punisce un re. (Parte)
 
 SCENA II
 
 DEMOFOONTE e poi TIMANTE
 
 DEMOFOONTE
540Che alterezza ha costei! Quasi... Ma tutto
 al grado, al sesso ed all’età si doni.
 TIMANTE
 Mio re, mio genitor, grazia, perdono,
 pietà.
 DEMOFOONTE
              Per chi?
 TIMANTE
                                Per l’infelice figlia
 dell’afflitto Matusio.
 DEMOFOONTE
                                        Ho già deciso
545del suo destin. Per ora
 d’altro abbiamo a parlar. Dimmi; a Creusa
 che mai facesti? In questo dì tua sposa
 esser deve e l’irriti?
 TIMANTE
                                       Ho tal per lei
 ripugnanza nel cor che non mi sento
550valor di superarla.
 DEMOFOONTE