Didone abbandonata, libretto, Stoccarda, Cotta, 1763

795Per tanti oltraggi ho da premiarti ancora? (Sottoscrive il foglio)
 Perché tu lo vuoi salvo, io vuo’ che mora.
 ENEA
 Idol mio, che pur sei
 ad onta del destin l’idolo mio,
 che posso dir, che giova
800rinnovar co’ sospiri il tuo dolore?
 Ah se per me nel core
 qualche tenero affetto avesti mai,
 placa il tuo sdegno e rasserena i rai.
 Quell’Enea tel domanda
805che tuo cor, che tuo bene un dì chiamasti,
 quel che finora amasti
 più della vita tua, più del tuo soglio,
 quello...
 DIDONE
                  Basta, vincesti, eccoti il foglio.
 Vedi quanto t’adoro ancora ingrato.
810Con un tuo sguardo solo
 mi togli ogni difesa e mi disarmi.
 Ed hai cor di tradirmi? E puoi lasciarmi?
 
    Ah non lasciarmi no
 bell’idol mio.
815Di chi mi fiderò
 se tu m’inganni?
 
    Di vita mancherei
 nel dirti addio,
 che viver non potrei
820fra tanti affanni. (Parte)
 
 SCENA VIII
 
 ENEA, poi IARBA
 
 ENEA
 Io sento vacillar la mia costanza
 a tanto amore appresso
 e mentre salvo altrui perdo me stesso.
 IARBA
 Che fa l’invitto Enea? Gli veggo ancora
825del passato timore i segni in volto.
 ENEA
 Iarba da’ lacci è sciolto!
 Chi ti diè libertà?
 IARBA
                                    Permette Osmida
 che per entro la reggia io mi raggiri
 ma vuol ch’io vada errando
830per sicurezza tua senza il mio brando.
 ENEA
 Così tradisce Osmida
 il comando real?
 IARBA
                                 Dimmi, che temi?
 Ch’io m’involi al castigo o a queste mura?
 Troppo vi resterò per tua sventura.
 ENEA
835La tua sorte presente
 è degna di pietà, non di timore.
 IARBA
 Risparmia al tuo gran core
 questa inutil pietà. So che a mio danno
 della reina irriti i sdegni insani.
840Solo in tal guisa sanno
 gli oltraggi vendicar gli eroi troiani.
 ENEA
 Leggi. La regal donna in questo foglio
 la tua morte segnò di propria mano.
 S’Enea fosse africano
845Iarba estinto saria. Prendi ed impara
 barbaro, discortese
 come vendica Enea le proprie offese. (Lacera il foglio della sentenza)
 
    Vedi nel mio perdono
 perfido traditor
850quel generoso cor