Didone abbandonata, libretto, Stoccarda, Cotta, 1763

 SCENA XIII
 
 IARBA ed ARASPE
 
 ARASPE
 Dove corri, o signore?
 IARBA
 Il rivale a svenar.
 ARASPE
                                   Come lo speri?
 Ancora i tuoi guerrieri
375il tuo voler non sanno.
 IARBA
 Dove forza non val, giunga l'inganno.
 ARASPE
 E vuoi la tua vendetta
 con la taccia comprar di traditore?
 IARBA
 Araspe, il mio favore
380troppo ardito ti fe'. Più franco all'opre
 e men pronto ai consigli io ti vorrei.
 Chi son io ti rammenta e chi tu sei.
 
    Son qual fiume che gonfio d'umori,
 quando il gelo si scioglie in torrenti,
385selve, armenti, capanne e pastori
 porta seco e ritegno non ha.
 
    Se si vede fra gli argini stretto,
 sdegna il letto, confonde le sponde
 e superbo fremendo sen va. (Parte con Araspe)