Didone abbandonata, partitura ms. A-Wn, 1763

                          Non è tempo
 d’inutili querele.
 IARBA
                                  E qual consiglio?
 OSMIDA
 Il più pronto è il migliore. Io ti precedo;
360ardisci. Ad ogni impresa
 io sarò tuo sostegno e tua difesa. (Parte)
 
 SCENA XII
 
 IARBA e ARASPE
 
 ARASPE
 Dove corri o signore?
 IARBA
 Il rivale a svenar.
 ARASPE
                                   Come lo speri?
 Ancora i tuoi guerrieri
365il tuo voler non sanno.
 IARBA
 Dove forza non val giunga l’inganno.
 ARASPE
 E vuoi la tua vendetta
 colla taccia comprar di traditore!
 IARBA
 Araspe, il mio favore
370troppo ardito ti fe’. Più franco all’opre
 e men pronto ai consigli io ti vorrei.
 Chi son io ti rammenta e chi tu sei. (Parte)
 
 SCENA XIII
 
 ARASPE
 
 ARASPE
 Lo so, quel cor feroce
 straggi minaccia alla mia fede ancora;
375ma si serva al dovere e poi si mora.
 
    Infelice e sventurato
 potrà farmi ingiusto fato,
 ma infedele io non sarò.
 
    La mia fede e l’onor mio
380pur fra l’onde dell’oblio
 agli Elisi io porterò. (Parte)
 
 SCENA XIV
 
 Tempio di Nettuno.
 
 ENEA, ed OSMIDA
 
 OSMIDA
 Come! Da’ labri tuoi
 Dido saprà che abbandonar la vuoi?
 Ah taci per pietà
385e risparmia al suo cor questo tormento.
 ENEA
 Il dirlo è crudeltà
 ma sarebbe il tacerlo un tradimento.
 OSMIDA
 Benché costante, io spero
 che al pianto suo tu cangerai pensiero.
 ENEA
390Può togliermi di vita
 ma non può il mio dolore
 far ch’io manchi alla patria e al genitore.
 OSMIDA
 Oh generosi detti!
 Vincere i propri affetti