Didone abbandonata, partitura ms. A-Wn, 1763

 SCENA X
 
 IARBA, ARASPE e detti
 
 IARBA
 Tutta ho scorsa la reggia,
 cercando Enea né ancor m'incontro in lui.
 ARASPE
305Forse quindi partì.
 IARBA
 (Vedendo Enea)
                                      Fosse costui?
 Africano alle vesti ei non mi sembra.
 (Ad Enea)
 Stranier dimmi, chi sei?
 ARASPE
 (Vedendo Selene)
 (Quanto piace quel volto agli occhi miei!)
 ENEA
 Troppo bella Selene...
 IARBA
                                          Olà non odi?
 ENEA
310Troppo ad altri pietosa...
 SELENE
 Che superbo parlar.
 ARASPE
                                       (Quanto è vezzosa!)
 IARBA
 O palesa il tuo nome o ch'io...
 ENEA
                                                        Qual dritto
 hai tu di domandarne? A te che giova?
 IARBA
 Ragione è il piacer mio.
 ENEA
                                              Fra noi non s'usa
315di rispondere a stolti.
 IARBA
                                          A questo acciaro...
 SELENE
 Sugli occhi di Selene,
 nella regia di Dido un tanto ardire?
 IARBA
 Di Iarba al messaggiero
 sì poco di rispetto?
 SELENE
                                      Il folle orgoglio
320la reina saprà.
 IARBA
                             Sappialo; intanto
 mi vegga ad onta sua troncar quel capo
 e a quel d'Enea congiunto
 dell'offeso mio re portarlo a' piedi.
 ENEA
 Difficile sarà più che non credi.
 IARBA
325Tu potrai contrastarlo? O quell'Enea
 che per glorie racconta
 tante perdite sue?
 ENEA
                                    Cedono assai
 in confronto di glorie
 alle perdite sue le tue vittorie.
 IARBA
330Ma tu chi sei che tanto
 meco per lui contrasti?
 ENEA
 Son un che non ti teme e ciò ti basti.
 
    Quando saprai chi sono
 sì fiero non sarai
335né parlerai così.
 
    Brama lasciar le sponde
 quel passaggero ardente,
 fra l'onde poi si pente,
 se ad onta del nocchiero
340dal lido si partì.