Didone abbandonata, partitura ms. A-Wn, 1763

 Come! Questo ad Osmida?
 Quale ingiusto furore...
 IARBA
 Questo è il premio dovuto a un traditore. (Parte)
 OSMIDA
1095Parla amico per me, fa’ ch’io non resti
 così vilmente oppresso. (Ad Araspe)
 ARASPE
 Non fa poco chi sol pensa a sé stesso. (Parte)
 OSMIDA
 Pietà, pietà Selene, ah non lasciarmi
 in sì misero stato e vergognoso.
 SELENE
1100Qualche volta è viltà l’esser pietoso. (Partendo s’incontra in Enea)
 
 SCENA VII
 
 ENEA con seguito e detti
 
 ENEA
 Principessa ove corri?
 SELENE
                                           A te ne vengo.
 ENEA
 Vuoi forse... O ciel, che miro! (Vedendo Osmida tra’ mori)