Didone abbandonata, partitura ms. A-Wn, 1763

 SCENA XVIII
 
 DIDONE, SELENE e OSMIDA
 
 OSMIDA
 Cedi a Iarba, o Didone.
 SELENE
 Conserva colla tua la nostra vita.
 DIDONE
 Solo per vendicarmi
 del traditore Enea,
1280ch'è la prima cagion de' mali miei,
 l'aure vitali io respirar vorrei.
 Ah faccia il vento almeno,
 facciano almen gli dei le mie vendette.
 E folgori e saette
1285e turbini e tempeste
 rendano l'aure e l'onde a lui funeste.
 Vada rammingo e solo; e la sua sorte
 così barbara sia
 che si riduca ad invidiar la mia.
 SELENE
1290Deh modera il tuo sdegno, anch'io l'adoro
 e soffro il mio tormento.
 DIDONE
                                               Adori Enea?
 SELENE
 Sì, ma per tua cagion...
 DIDONE
                                             Ah disleale,
 tu rivale al mio amor?
 SELENE
                                           Se fui rivale,
 ragion non hai...
 DIDONE
                                 Dagl'occhi miei t'invola,
1295non accrescer più pene
 ad un cor disperato.
 SELENE
 (Misera donna, ove la guida il fato!) (Parte)