Didone abbandonata, partitura ms. A-Wn, 1763

 SCENA ULTIMA
 
 DIDONE sola
 
 DIDONE
 Ah! Che dissi, infelice? A qual eccesso
 mi trasse il mio furore?
 Oh dio! Cresce l'orrore. Ovunque io miro,
1315mi vien la morte e lo spavento in faccia;
 trema, la reggia e di cader minaccia.
 Selene, Osmida, ah tutti,
 tutti cedeste alla mia sorte infida;
 non v'è chi mi soccorra, o che m'uccida.
 
1320   Vado... Ma dove?... Oh dio!
 Resto... Ma poi, che fo?
 Dunque morir dovrò
 senza trovar pietà?
 
 E v'è tanta viltà nel petto mio?
1325No, no; si mora e l'infedele Enea
 abbia nel mio destino
 un augurio funesto al suo camino.
 Precipiti Cartago,
 arda la reggia e sia
1330il cenere di lei la tomba mia.
 (Va a buttarsi nel fuoco)
 
 NETTUNO
    Su procelle, omai cessate,
 e negli antri vostri algenti
 fieri venti ritornate;
 vuò calmato intorno il mar.
 
1335No l'emulo Vulcano oggi fra voi
 co' spettacoli suoi la gloria tutta
 solo non otterrà. Gran parte anch'io
 d'avervene desio. Nereidi belle,
 miei tritoni, sirene e quante mai
1340albergan deitadi in fonti e in fiumi
 tutte soggette all'umido mio regno,
 sì, la mia impresa a sostener v'impegno.
 
 Il fine