Ezio, libretto, Parigi, Quillau, 1755

980Compagni invitti, a tollerare avvezzi
 e del cielo e del mar gl’insulti e l’ire,
 destate il vostro ardire,
 che per l’onda infedele
 è tempo già di rispiegar le vele.
985Andiamo, amici, andiamo;
 ai troiani navigli
 fremano pur venti e procelle intorno;
 saran glorie i perigli
 e dolce fia di rammentargli un giorno.
 
 SCENA II
 
 IARBA con seguito di mori e detti
 
 IARBA
990Dove rivolge, dove
 quest’eroe fuggitivo i legni e l’armi?
 Vuol portar guerra altrove
 o da me col fuggir cerca lo scampo?
 ENEA
 Ecco un novello inciampo.
 IARBA
995Per un momento il legno
 può rimaner sul lido.
 Vieni, s’hai cor, meco a pugnar ti sfido.
 ENEA
 Vengo. Restate, amici, (Alle sue genti)
 che ad abbassar quel temerario orgoglio
1000altri che il mio valor meco non voglio.