Ezio, libretto, Stoccarda, Cotta, 1758

 EZIO
 
    Dramma per musica da rappresentarsi nel teatro Ducale di Stutgart festeggiandosi il felicissimo giorno natalizio di sua altezza serenissima Carlo, duca regnante di Wirtemberg e Teck, etcetera etcetera.
    La poesia è del signor abbate Pietro Metastasio, poeta cesareo. La musica è nuovamente composta dal signor Nicolò Jommelli, direttore di musica e maestro di cappella all’attual servizio di sua altezza serenissima. Lo scenario è di nuova invenzione del signor Innocente Colomba, architetto teatrale di sua altezza serenissima. I balli sono inventati dal signor Michele dall’Agata, maestro de’ balli di sua altezza serenissima.
    Stutgart, nella stamparia di Cristofero Frederico Cotta, stampatore ducale, anno 1758.
 
 
 PERSONAGGI
 
 VALENTINIANO III imperadore, amante di Fulvia
 (il signor Francesco Bozzi)
 FULVIA figlia di Massimo patrizio romano, amante e promessa sposa d’Ezio
 (la signora Maria Masi Giura)
 EZIO generale dell’armi cesaree, amante di Fulvia
 (il signor Francesco Guerrieri)
 ONORIA sorella di Valentiniano, amante occulta d’Ezio
 (la signora Caterina Bassi)
 MASSIMO patrizio romano, padre di Fulvia, confidente e nemico occulto di Valentiniano
 (il signor Cristofero d’Hager)
 VARO prefetto de’ pretoriani, amico d’Ezio
 (il signor Gioseppe Paganelli)
 
 
 MUTAZIONI DI SCENE
 
    Nell’atto primo: parte del Foro romano con trono imperiale da un lato, vista di Roma illuminata in tempo di notte con archi trionfali ed altri apparati festivi preparati per celebrare le feste decennali e per onorare il ritorno di Ezio, vincitore d’Attila; camere imperiali istoriate di pitture.
    Nell’atto secondo: portici con groteschi, in fondo vista degli orti palatini; galleria di statue, ornamenti ad uso chinese, con una sedia capace di due persone, nel fondo gran scala che conduce a un bel vedere, dal quale vista di Roma.
    Nell’atto terzo: atrio delle carceri con cancelli di ferro in prospetto che conducono a diverse prigioni, guardie a vista su la porta di detti cancelli; luogo magnifico con scalinate che conducono al campidoglio antico.
    La scena si rappresenta in Roma.
 
 
 BALLI
 
    Doppo il primo atto: una fortezza presa a forza d’armi. Doppo il secondo: il giudicio di Paride. Doppo il terzo: il quadro mobile.
 
    Mutazioni di scene per i detti balli
 
    Nel primo: la scena rapresenta da un lato tende militari, del altro e nel fondo le mura d’una fortezza che si prende a forza d’armi; demolita la medesima da soldati si scopre in lontananza un campo.
    Nel secondo: il monte Ida coi carri di Giunone, Pallade e Venere.
    Nel terzo: un bosco con diverse barache, carri con buoi, ordegni per filare e barutole per far il butiro.
 
 
 ARGOMENTO
 
    Ezio, illustre capitano dell’armi imperiali sotto Valentiniano III, ritornando dalla celebre vittoria de’ campi Catalaunici, dove disfece e fugò Attila re degli Unni, fu accusato ingiustamente d’infedeltà al sospettoso imperadore e dal medesimo condannato a morire.
    Autore dell’imposture contro l’innocente Ezio fu Massimo patricio romano, il quale offeso già da Valentiniano per avergli questo tentata l’onestà della sua consorte, procurò infruttuosamente l’aiuto del suddetto capitano per uccidere l’odiato imperadore, dissimulando sempre artificiosamente il desiderio della vendetta. Ma conoscendo che il maggior inciampo al suo disegno era la fedeltà di Ezio, fece crederlo reo e ne sollecitò la morte, disegnando di sollevar poi, come fece, il popolo contro Valentiniano, con accusarlo di quella ingratitudine ed ingiustizia alla quale egli lo aveva indotto e persuaso. Tutto ciò è storico, il resto è verisimile (Sigonio, De occidentali imperio; Prospero Aquitanio, Chronicon, eccetera).