Ezio, libretto, Stoccarda, Cotta, 1758

 SCENA IX
 
 Galleria di statue e ornamenti ad uso chinese, con una sedia capace di due persone; nel fondo gran scala che conduce a un bel vedere, dal quale vista di Roma.
 
 ONORIA e MASSIMO
 
 ONORIA
590Massimo, anch'io lo veggo, ogni ragione
 Ezio condanna. E pure
 incredulo il mio core
 reo non sa figurarlo e traditore.
 MASSIMO
 O virtù senza pari! È questo in vero
595eccesso di clemenza. E chi dovrebbe
 più di te condannarlo? Ei ti disprezza,
 ricusa quella mano
 contesa dai monarchi. Ogni altra avria...
 ONORIA
 Ah dell'ingiuria mia
600non ragionarmi più.
 MASSIMO
                                        E pure ei dice
 che ha in pugno il tuo voler, che tu l'adori...
 ONORIA
 Temerario! Ah non voglio
 che lungamente il creda; al primo sposo
 che suddito non sia saprò donarmi.
605Ei vedrà se mancarmi
 possan regni e corone,
 e s'ei di Onoria a suo piacer dispone.