Ezio, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1772

 Ma la vostra dimora...
 Io mi confondo... E non partisti ancora?
 OSMIDA
1230Eseguisco i tuoi cenni. (Parte)
 
 SCENA XIII
 
 DIDONE, SELENE, ARASPE
 
 ARASPE
                                             Al tuo periglio
 pensa, o Didone.
 SELENE
                                  E pensa
 a ripararne il danno.
 DIDONE
 Non fo poco s’io vivo in tanto affanno.
 Va’ tu, cara Selene;
1235provvedi, ordina, assisti in vece mia.
 Non lasciarmi, se m’ami, in abbandono.
 SELENE
 Ah che di te più sconsolata io sono! (Parte)
 
 SCENA XIV
 
 DIDONE ed ARASPE
 
 ARASPE
 E tu qui resti ancor? Né ti spaventa
 l’incendio che s’avanza?
 DIDONE
1240Perduta ogni speranza,
 non conosco timor. Ne’ petti umani
 il timore e la speme
 nascono in compagnia, muoiono insieme.
 ARASPE
 Il tuo scampo desio. Vederti esposta
1245a tal rischio mi spiace.
 DIDONE
 Araspe, per pietà lasciami in pace. (Araspe parte)
 
 SCENA XV
 
 DIDONE, poi OSMIDA
 
 DIDONE
 I miei casi infelici
 favolose memorie un dì saranno;
 e forse diverranno
1250soggetti miserabili e dolenti
 alle tragiche scene i miei tormenti.
 OSMIDA
 È perduta ogni speme.
 DIDONE
 Così presto ritorni?
 OSMIDA