Ezio, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1772

 SCENA IX
 
 VALENTINIANO ed EZIO
 
 EZIO
 Eccomi al cenno tuo.
 VALENTINIANO
                                        Duce, un momento
280non posso tollerar d'esserti ingrato.
 Vuo' che il mondo conosca
 che se premiarti appieno
 Cesare non poté, tentollo almeno.
 Ezio, il cesareo sangue
285s'unisca al tuo. D'affetto
 darti pegno maggior non posso mai.
 Sposo d'Onoria al nuovo dì sarai.
 EZIO
 (Che ascolto!)
 VALENTINIANO
                             Non rispondi?
 EZIO
                                                          Onor sì grande
 mi sorprende a ragion. D'Onoria il grado
290chiede un re, chiede un trono;
 ed io regni non ho, suddito io sono.
 VALENTINIANO
 Ma un suddito tuo pari
 è maggior d'ogni re. Se non possiedi,
 tu doni i regni; e 'l possedergli è caso;
295il donargli è virtù.
 EZIO
                                    La tua germana,
 signor, deve alla terra
 progenie di monarchi; e meco unita
 vassalli produrrà. Sai che con questi
 ineguali imenei
300ella a me scende, io non m'innalzo a lei.
 VALENTINIANO
 Duce, fra noi si parli
 con franchezza una volta. Il tuo rispetto
 è un pretesto al rifiuto. Alfin che brami?
 Forse è picciolo il dono? O vuoi per sempre
305Cesare debitor? Superbo al paro
 di chi troppo richiede
 è colui che ricusa ogni mercede.
 EZIO
 E ben, la tua franchezza
 sia d'esempio alla mia. Signor, tu credi
310premiarmi e mi punisci.
 VALENTINIANO
                                                Io non sapea
 che a te fosse castigo
 una sposa germana al tuo regnante.
 EZIO
 Non è gran premio a chi d'un'altra è amante.
 VALENTINIANO
 Dov'è questa beltà che tanto indietro
315lascia il merto d'Onoria? È a me soggetta?
 Onora i regni miei? Stringer vogl'io
 queste illustri catene.
 Spiegami il nome suo.
 EZIO
                                            Fulvia è il mio bene.
 VALENTINIANO
 Fulvia!
 EZIO
                 Appunto. (Si turba!)
 VALENTINIANO
                                                         Il suo consenso
320prima ottener procura;
 vedi se tel contrasta.
 EZIO
 Quello sarà mia cura, il tuo mi basta.
 VALENTINIANO
 Ma potrebbe altro amante
 ragione aver sopra gli affetti suoi.
 EZIO
325Dubitarne non puoi. Dov'è chi ardisca
 involar temerario una mercede
 alla man che di Roma il giogo scosse?
 Costui non veggo.
 VALENTINIANO
                                   E se costui vi fosse?
 EZIO
 Vedria ch'Ezio difende
330gli affetti suoi come gl'imperi altrui.
 Temer dovrebbe...
 VALENTINIANO
                                     E se foss'io costui?
 EZIO
 Saria più grande il dono,
 se costasse uno sforzo al cor d'Augusto.
 VALENTINIANO
 Ma non chiede un vassallo al suo sovrano
335uno sforzo in mercede.
 EZIO
 Ma Cesare è il sovrano, Ezio lo chiede.
 E se in premio pretendo...
 VALENTINIANO
 Non più. Dicesti assai; tutto comprendo.
 
    So chi t'accese;
340basta per ora.
 Cesare intese;
 risolverà.
 
    Ma tu procura
 d'esser più saggio.
345Fra l'armi e l'ire
 giova il coraggio;
 pompa d'ardire
 qui non si fa. (Parte)