Ezio, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1772

 SCENA IX
 
 Galleria di statue e specchi con sedili intorno, fra quali uno innanzi dalla mano destra capace di due persone. Gran balcone aperto in prospetto, dal quale vista di Roma.
 
 ONORIA e MASSIMO
 
 ONORIA
 E' ver. Tutto, lo veggo,
 Ezio condanna.  E pure
 incredulo il mio core
565reo non sa figurarlo e traditore.
 MASSIMO
 Oh virtù senza pari! Ei ti disprezza,
 ricusa quella mano
 contesa da monarchi. E tu...
 ONORIA
                                                     Le mie
 private offese or rammentar non giova.
570Esaminar conviene
 del germano i perigli. Ezio s'ascolti,
 si cerchi il reo; potrebbe
 esser egli innocente.
 MASSIMO
                                        È vero, e poi
 potrebbe anche pentirsi,
575la tua destra accettar...
 ONORIA
                                            La destra mia!
 Eh non tanto sé stessa Onoria obblia.
 MASSIMO
 Or ve' com'è ciascuno
 facile a lusingarsi! E pur ei dice
 che ha in pugno il tuo voler, che tu l'adori,
580che a suo piacer dispone
 d'Onoria innamorata,
 che s'ei vuol basta un guardo e sei placata.
 ONORIA
 Temerario! Ah non voglio
 che lungamente il creda; al primo sposo
585che suddito non sia, saprò donarmi.
 Ei vedrà se mancarmi
 possan regni e corone,
 e s'ei d'Onoria a suo piacer dispone. (In atto di partire)