Ezio, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1772

 SCENA XIII
 
 EZIO disarmato e detti
 
 EZIO
655(Stelle, che miro! In Fulvia (Nell’uscir vedendo Fulvia, si ferma)
 come tanta incostanza!)
 FULVIA
 (Resisti anima mia).
 VALENTINIANO
                                         Duce t'avanza.
 EZIO
 Il giudice qual è? Pende il mio fato
 da Cesare o da Fulvia?
 VALENTINIANO
                                            E Fulvia ed io
660siamo un giudice solo; ella è sovrana
 or che consorte a me la stringe amore.
 EZIO
 (Donna infedel!)
 FULVIA
                                  (Mi si divide il core).
 VALENTINIANO
 Ezio, m'ascolta; e a moderare impara
 per poco almeno il naturale orgoglio
665che giovarti non può. Qui si cospira
 contro di me; del tradimento autore
 ti crede ognun; di fellonia t'accusa
 il rifiuto d'Onoria, il troppo fasto
 delle vittorie tue, l'aperto scampo
670ad Attila permesso, il tuo geloso
 e temerario amor, le tue minacce
 di cui tu sai che testimonio io sono.
 Pensa a scolparti o a meritar perdono.
 MASSIMO
 (Sorte, non mi tradir).
 EZIO
                                            Dunque io son reo
675perché non amo a tuo talento? Un freno
 perché in Attila io serbo a' tuoi nemici?
 Perché a me non ignoto,
 come ogn'anima vil, parlo talvolta
 del proprio merto: e ne conosco il peso?
680S'altre accuse non hai, son già difeso.
 FULVIA
 (Ah potessi partir).
 VALENTINIANO
                                      Né più ti resta
 per tua difesa a dir?
 EZIO
                                        Dissi abbastanza.
 meglio è il resto tacer ch'io dir potrei.
 VALENTINIANO
 Che diresti?
 EZIO
                          Direi
685che forse per piacerti
 d'Ezio la gloria ha trapassato il segno,
 che forse a te fa sdegno
 di dover troppo a me, che tu paventi
 forse que' tradimenti
690che sai di meritar quando mi privi
 d'un cor...
 VALENTINIANO
                      Superbo, a questo eccesso arrivi?
 FULVIA
 (Oimè!)
 VALENTINIANO
                   Punir saprò...
 FULVIA
                                              Soffri, ch'io parta. (S’alza)
 VALENTINIANO
 No, resta, siedi e ascolta.
 Spettatrice io ti vuo' del suo rossore.
 EZIO
695(Donna infedel!)
 FULVIA
                                  (Sento spezzarmi il core). (Siede)
 MASSIMO
 (Tutto finor mi giova).
 VALENTINIANO
                                            Ezio, tu sei
 d'ogni colpa innocente.
 Dall'eccelsa tua mente
 solo un giudizio io chiedo. Al suo sovrano
700se contrasta la sposa
 qual ti sembra un vassallo?
 EZIO
                                                    E al suo vassallo
 che il prevenne in amor, quando la tolga,
 qual ti sembra il sovrano?
 VALENTINIANO
                                                  A quel che dici
 tu supponi che Fulvia
705sposo dunque ti brami. Ah togli, o cara,
 Ezio d'error. Dì che s'inganna, digli
 che or non hai nel pensiero
 altro sposo che Augusto. E' vero?
 FULVIA
                                                              È vero.
 EZIO
 Oh perfida, oh spergiura! A questo colpo
710manca la mia costanza.
 VALENTINIANO
 Vedi se ti tradì la tua speranza. (Ad Ezio)
 EZIO
 Non trionfar; da quell'infida aspetta
 la tua giusta vendetta il mio dolore.
 Fidati pur.
 FULVIA
                       (Sento spezzarmi il core).
 MASSIMO
715(E Fulvia non si perde!)
 EZIO
                                               In questo stato
 non conosco me stesso. In faccia a lei
 palpito, sudo, tremo... Ah da che nacqui,
 Massimo, maggior pena io non provai.
 FULVIA
 (Ah resista chi può). (Alzandosi con impeto)
 VALENTINIANO
                                         Fulvia, che fai?
 FULVIA
720Voglio partir.
 VALENTINIANO
                            Perché? Siegui più tosto
 l'altero a tormentar. Di' che non l'ami
 che sol io ti son caro...
 che godi alle sue pene...
 FULVIA
 Ma se vero non è, s'egli è il mio bene. (Con impeto d’impazienza)
 VALENTINIANO
725Come!
 MASSIMO
                (Oimè!)
 EZIO
                                  Mi deludi (A Fulvia)
 FULVIA
                                                       Ah, no tu fosti,
 sei tu sol l'amor mio. Per tua salvezza
 di lasciarti tentai,
 mi promisi fortezza e m'ingannai.
 VALENTINIANO
 Dunque il mio cor? Dunque il mio soglio?... (A Fulvia)
 FULVIA
                                                                                  Dunque
730il tuo soglio io non curo,
 il tuo core io non bramo,
 io non t'amai, non t'amerò, non t'amo.
 E se mai per errore
 le mie labbra il diranno,
735non mi credere Augusto, allor t'inganno.
 EZIO
 Oh adorabili accenti!
 VALENTINIANO
 Oh insoffribil baldanza!
 EZIO
 Vedi se ti tradì la tua speranza (A Valentiniano)
 VALENTINIANO
 Ah temerario! Ah infida! Olà custodi
740toglietemi dinanzi
 quel traditor: nel carcere più orrendo
 serbatelo al mio sdegno.
 EZIO
 Il tuo furor del mio trionfo è segno.
 VALENTINIANO
    Non trionfar; poss'io (Ad Ezio)
745Punir l'ingrata in te.
 EZIO
 Sì, ma quel core è mio (A Valentiniano)
 sì, ma tu cedi a me.
 MASSIMO
 Taci (Ad Ezio)
 EZIO
             Perché? (A Massimo)
 FULVIA
                              Mia vita. (Ad Ezio)
 Ah tu mi fai tremar.
 EZIO
750Vittoria più compita (A Fulvia)
 Chi mai poté vantar?
 MASSIMO
 Che angustia!
 FULVIA
                             Che tormento!
 EZIO
 Che gioia!
 VALENTINIANO
                      Che furor!
 A QUATTRO
 Mai, come il cor mi sento,
755mai non m'intesi il cor.
 MASSIMO
 (Fra tanti rischi io tremo).
 VALENTINIANO
 Fra tanti insulti io fremo.
 FULVIA
 Io piango del mio bene
 lo sfortunato amor.
 EZIO
760Io torno alle catene
 ma torno vincitor.
 
 Fine dell’atto secondo